Stellantis ha fatto e continua a fare la sua parte in Italia. Ha investito miliardi. E ha dato un "forte contributo" alla bilancia commerciale del Paese. Alle accuse di mosse anti-italiane e di preferenza per i cugini francesi, l'azienda nata a fine 2019 dalla fusione tra Fca e il gruppo Peugeot, continua a opporre i numeri. Non solo quelli dei dipendenti, citati anche ieri dall'ad Carlos Tavares perché "colpiti da critiche ingiuste", ma anche quelli della produzione italiana, che è stata esportata per oltre il 63%. Sono giorni tesi per i rapporti del gruppo italo-francese, e dei suoi soci, con la politica, in particolare con il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. Che ha nel mirino anche il quotidiano 'La Repubblica', controllato da Exor, la holding della famiglia Agnelli. "La Repubblica, invece di informarsi e dare notizie, preferisce dedicare il proprio tempo e le proprie energie a cercare di attaccare il governo e Fratelli d'Italia", si legge nel mattinale 'Ore 11' - di cui dà conto lo stesso quotidiano nella sua versione online - che ogni giorno riassume, a cura di chi guida la comunicazione del partito, i temi principali e la linea da tenere da parte dei parlamentari. Trenta righe in tutto, dal titolo 'Repubblica per coprire l'interesse dell'editore scopre la guerra con il governo', la versione del 24 gennaio. Un testo "aggressivo", nota l'articolo del quotidiano che riporta ampi stralci del mattinale tra cui quello relativo al confronto sulla cosiddetta legge bavaglio. La battaglia portata avanti da Repubblica contro l'emendamento Costa, che vieta la pubblicazione integrale o per estratto del testo delle ordinanze di custodia cautelare, sarebbe infatti "personale", secondo Fratelli d'Italia. In giornata la premier tornerà a scagliarsi contro chi ha fatto scelte "distanti dall'interesse italiano". Una tesi respinta da Stellantis (a sua volta partecipata da Exor) che, a sua difesa, mette in fila i numeri della produzione dell'ultimo anno: 752 mila veicoli (auto più veicoli commerciali), in crescita del 9,6% rispetto al 2022, di cui oltre 474 mila sono stati commercializzati all'estero. Nel dettaglio la produzione di Mirafiori è andata quasi tutta all'export (il 93% degli 85mila veicoli prodotti), segue Cassino, con circa 48.800, esportati per il 75%, Pomigliano (215.000, 41% all'export), Modena, con circa 1240 e il 92% esportato, Atessa, con circa 230.000 (export 85%), e Melfi, con oltre 170.120, che ne ha esportati oltre la metà, il 53%.
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