Bufera su Naomi Campbell, messa al bando formalmente dal mondo delle associazioni caritative britanniche al culmine di un'inchiesta amministrativa sull'abuso a scopi personali di fondi, destinati in teoria alla beneficenza, raccolti da Fashion for Relief: charity legata alla moda di cui era stata fra i promotori. La vicenda, denunciata un paio d'anni orsono, è stata chiusa oggi dalla Charity Commission, l'autorità indipendente incaricata di sorvegliare oltre Manica l'attività delle ong impegnate nel terzo settore, la quale ha certificato la malversazione delle risorse dell'ong in questione e la mancata destinazione di parte delle donazioni raccolte agli scopi benefici indicati. Il denaro sottratto risulta essere stato utilizzato anche per saldare i conti di hotel a 5 stelle o di trattamenti sontuosi in spa di lusso, a vantaggio di Naomi e di altre fiduciarie (trustee) dell'iniziativa. Nonché per pagare la sicurezza privata della stessa Campbell, spese minute (come le sigarette) o per finanziare attività legate a interessi privati delle sue socie. In base alla decisione della commissione, l'ex top model 54enne è stata sospesa per 5 anni da qualunque incarico in organizzazioni caritative attive nel Regno Unito. Mentre le altre due fiduciarie di Fashion for Relief coinvolte, Bianka Hellmich e Veronica Chou, hanno subito un analogo provvedimento punitivo, ma di durata diversa: Hellmich - accusata pure di aver intascato personalmente compensi per fantomatici servizi di consulenza pari a 290.000 sterline - per 9 anni; mentre Chou per 4.
La verifica ha riguardato i conti dell'ong su un arco di tempo di oltre 6 anni, fra il 2016 e il 2022. E ha permesso di recuperare o far rimborsare 345.000 sterline spese impropriamente. Mentre altre 98.000 sterline in uscita sono state messe al sicuro in extremis.
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