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Il Boudoir del Gentiluomo, guerra all'ineleganza

Il Boudoir del Gentiluomo, guerra all'ineleganza

In un libro di Niky Marcelli i capi must-it e quelli sbagliati

ROMA, 13 gennaio 2024, 19:29

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per l'uomo contemporaneo shorts, bermuda o pinocchietti? Niente calzoni corti. "Concessi soltanto fino a 11 anni". La tuta da ginnastica? "Mai fuori dalla palestra, neppure per andare al supermercato". E la camicia a maniche corte? "Tristissima, fa venditore di auto usate del Nebraska". Sapere cosa non dovrebbe mai mancare nel guardaroba di un gentiluomo elegante, e al contrario, a quali capi o look è meglio rinunciare, potrebbe non essere scontato per l'uomo contemporaneo, bombardato come tutti da pubblicità e social che spesso contribuiscono solo a confondere le idee. A fare un po' di ordine ha pensato il giornalista Rai e scrittore di noir Niky Marcelli, che allergico all'inestetismo, ha pensato di contrastare la nuova ineleganza maschile. E lo ha fatto con il suo ultimo lavoro, Il Boudoir del Gentiluomo, un pamphlet scritto con ironia e arguzia.
    Prefazione della storica della moda e del costume Bonizza Giordani Aragno, che avverte: "Negli ultimi decenni, il fenomeno moda ha coinvolto tutti i saperi, dall'antropologia alla storia dell'arte, dalla sociologia alla psicologia, dai mass-media all'economia, con l'uso indiscriminato delle celebrità e della politica del consumo della moda. Oggi il discorso sul significato sociale ed estetico dell'abbigliamento si è complicato: si sono persi i confini a favore dell'uso indiscriminato dell'immagine". Presentato a Roma da Roberta Beta, il libro è un viaggio tra moda e modi d'intendere l'abbigliamento maschile, fra tradizione e curiosità, stile e tendenze. Convinto di quanto l'odierno e malinteso concetto di comodità abbia soppiantato quello di eleganza, Marcelli percorre il suo itinerario attraverso diversi secoli di moda maschile, raccontandoci le origini di molti degli indumenti che indossiamo ancora oggi. Senza perdere il suo proverbiale senso dell'umorismo né la sua leggerezza, l'autore regala consigli e chicche sui tessuti e sui tagli, invitandoci a non essere fashion victim, ma a cercare il nostro stile senza tenere troppo conto delle mode del momento e, soprattutto, a seguire sempre i dettami di quelli che definisce "Madonna Sobrietà" e "Messer Buongusto". Questo senza ovviamente tralasciare la doverosa attenzione alla "base", ovvero il nostro corpo. "Perché il nostro aspetto è il nostro primo biglietto da visita e chi non ha cura e amore per se stesso non può averne nemmeno per il suo prossimo".
    E lo stile è tutto. "Un vero gentiluomo infatti - ammonisce l'autore - infatti non segue la moda: Al limite la detta. E soprattutto, un vero gentiluomo fa della sobrietà la sua cifra stilistica. Sceglie capi classici e duraturi, di buon taglio sartoriale e di ottimi materiali. E questi devono essere, nel modo più assoluto, la solidissima base sulla quale si poggia e si impernia il suo guardaroba". Ma attenzione, suggerisce Marcelli, "questo non vuol dire che dovete per forza vestirvi tutti uguali, senza fantasia, come se foste militari in divisa.
    Anche questo lasciatelo ai poveri di spirito! Potrà esserci sempre un dettaglio ( o due) accuratamente studiato che sdrammatizza e, pur nella generica uniformità , vi distingue dalla massa e vi caratterizza rendendovi immediatamente riconoscibili". Un esempio? "Il mai troppo compianto Avvocato Agnelli - ricorda l'autore - vero e proprio arbiter elegantiarum, nutriva un'autentica ossessione per i dettagli identificativi. Famosissimi (e, ahimè imitatissimi!), ad esempio l'orologio allacciato sopra il polsino della camicia e la cravatta portata fuori dal pullover. Ricordate che addosso a lui queste erano originali e simpatiche stravaganze. Addosso a voi sarebbero soltanto patetiche imitazioni, un po' cafone".
   

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