(di Valentina Roncati)
Yodan Rofè insegna Urbanistica
all'Università Ben Gurion del Negev, un ateneo particolarmente
coinvolto dall'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre:
studenti, personale dell'amministrazione dell'ateneo e docenti
sono stati direttamente coinvolti, feriti, uccisi o presi in
ostaggio, durante l'attacco terroristico di Hamas.
"Abbiamo aperto le lezioni in grande ritardo", racconta il
docente, "accorciato il semestre, fatto lezioni ibride per
consentire ai riservisti di partecipare e stiamo facendo di
tutto per non far perdere l'anno agli studenti. L'ateneo, che
conta anche molti studenti arabi - io stesso sono coordinatore
di un gruppo di studenti beduini che studiano urbanistica,
mancano queste figure specializzate nelle loro comunità - ha
messo a disposizione anche servizi speciali come team di
psicologi". "Mi intristisce molto l'ostilità verso il mondo
accademico israeliano - prosegue il docente - stiamo subendo
attacchi e questo certamente è dannoso per Israele ma colpisce
soprattutto la gran parte della società israeliana che è
contraria all'attuale governo e alle sue politiche. Non posso
negare che il mio governo sta agendo in modo completamente
sbagliato ma le azioni di chi nelle università straniere è
contro gli atenei israeliani non aiutano la causa della pace e
del dialogo". Per Rofè "quello di Netanyahu è il governo il
peggiore mai avuto e gode di troppo consenso ma è anche vero che
in Palestina chi ha governato per 20 anni ha ricevuto molti
soldi e li ha usati per creare un assetto bellico e utilizzare
la popolazione civile strumentalmente, ha portato avanti,
insomma, una politica che fa soffrire i civili. Finchè Hamas e
l'Autorità palestinese strumentalizzano la sofferenza dei civili
per avere vantaggi politici internazionali, non si arriva a
nulla e non si raggiunge la pace".
Yodan Rofè è tra gli accademici protagonisti, prima del 7
ottobre 2023, di forti proteste contro la politica del governo.
"La coalizione di Netanyahu che lui in tutti i modi sta cercando
di mantenere - spiega - vuole ridurre o eliminare la parte
liberale della nostra democrazia e farne una democrazia
procedurale, vuole ridurre la capacità della Corte Suprema, che
cerca di avere a cuore i diritti dell'uomo e sorvegliare le
azioni del governo. Contro la politica di questo governo,
abbiamo protestato in massa fino all'inizio della guerra. Poi,
c'è stato uno stato di confusione e di emergenza. Il problema
del governo è che il primo ministro non ha mai voluto definire
una strategia riguardante la guerra ad Hamas, anche se gli
americani gli hanno chiesto più volte di farlo. Netanyahu, pur
di mantenere il suo governo che ha all'interno due partiti molto
estremisti, ha evitato di prendere una strada che pure poteva
mantenere ad Israele un consenso internazionale più ampio. E ora
- conclude - spera nell'arrivo di Trump".
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