Un danno erariale di circa 700.000
euro derivante dalla mancata riscossione dei tributi locali
(Imu, Tasi e Tari) per le annualità 2014 e 2015 è stato
contestato dalla procura della Corte dei Conti della Campania ad
otto tra amministratori e dirigenti del Comune di Piedimonte
Matese (Caserta).
I vice-procuratori generali Ferruccio Capalbo e Raffaella
Miranda hanno inviato alle persone coinvolte inviti a dedurre,
la cui notifica è stata curata dalla Guardia di Finanza di
Caserta. Dalle indagini condotte dai due magistrati contabili e
dai finanzieri della tenenza di Piedimonte Matese, è emerso una
mala gestio da parte dell'ente locale relativamente all'omessa
riscossione di crediti erariali, circostanza che avrebbe così
contribuito - è l'ipotesi d'accusa - al dissesto finanziario del
Comune di Piedimonte Matese dichiarato il 10 gennaio del 2019.
Nel mirino il periodo in cui era sindaco Enzo Cappello,
coinvolto nell'indagine insieme a due ex assessori, due ex
segretari comunali, due ex dirigenti responsabili dell'ufficio
tributi e due funzionari dell'Ufficio tecnico comunale, di cui
uno ancora in servizio all'ente matesino.
Agli amministratori e dirigenti invitati a dedurre, la
procura contesta che, nonostante fossero "a conoscenza della
persistente problematica della toponomastica e delle gravi
inefficienze che ne derivavano sotto il profilo della mancata
notifica degli avvisi di accertamento, nonché delle gravi
ricadute in termini di inefficienza del servizio di riscossione
delle entrate tributarie, non hanno posto in essere condotte che
avrebbero portato alla risoluzione della problematica in
questione al fine di contrastare l'evasione dei tributi locali".
In particolare i finanzieri di Piedimonte hanno accertato
come i problemi relativi alla toponomastica abbiano condizionato
pesantemente la riscossione dei tributi comunali, con quasi 1500
avvisi di pagamento tornati indietro e dunque mai recapitati,
con le relative imposte andate in prescrizione: nel 2014, su
1000 avvisi controllati, 540 non sono stati recapitati, mentre
nel 2015 sono stati 1100 gli avvisi tornati indietro.
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