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Napoli, più del ko pesa la rottura con i tifosi

Dopo scontro con De Laurentiis ultrà chiedono mediazione tecnico

(ANSA) - NAPOLI, 03 APR - La sconfitta col Milan ha lasciato il segno, ma quello che pesa di più oggi a Napoli non è il terzo ko della stagione, ma la spaccatura tra società e tifo organizzato resa plastica ieri da una serata di silenzio del Maradona, con lo sciopero del tifo e il duro atteggiamento assunto delle due curve contro il club azzurro. Silenzio dagli oltre 50.000 tifosi presenti, con i duemila ultras del Milan a spadroneggiare con i loro cori, facendo sembrare il Maradona San Siro, mentre dall'altra parte le uniche voci che si levavano erano quelle contro il presidente De Laurentiis che non accenna al momento a intavolare alcun dialogo con i gruppi ultras.
    La partita è cominciata con un ampio settore centrale della curva B lasciato vuoto per protesta, portando anche a tensioni tra i diversi gruppi della curva, in particolare con chi non voleva svuotarlo. Oggi i gruppi del tifo spiegano: "Non siamo impazziti, veniamo da mesi di lotta con la società - spiega Alessandro Cosentino, rappresentante degli ultras Fedayn della Curva B - che non fa più entrare i tifosi con tamburi, bandiere e striscioni. Noi avevamo preparato le coreografie, fino all'altro giorno avevamo chiesto di rivedere delle decisioni, ma niente è cambiato". "Noi siamo sempre stati accanto al Napoli - spiega Cosentino - più nel male che nel bene, ci siamo sempre stati, da Ferlaino a Corbelli fino alla serie C e ai fallimenti, oggi siamo vincitori ma ci viene chiusa la porta in faccia.
    Stiamo solo chiedendo di rendere bello il palcoscenico.
    Spalletti dice che siamo penalizzati se non si spinge tutti nella stessa direzione? Allora parlasse con De Laurentiis e ci aiutasse".
    Un dialogo per il quale spinge anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: "Penso che dobbiamo ricomporre - ha detto oggi - un'unità nel tifo e trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare perché questo deve essere un periodo di festa e non di contrapposizione". (ANSA).
   

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