Per avvicinarsi all'obiettivo rifiuti
zero a smaltimento servono mille nuove impianti di riciclo per
rendere autosufficiente ogni provincia italiana, coinvolgendo
nella fase autorizzativa i cittadini, le attività produttive e
le istituzioni locali attraverso una fase di dibattito pubblico.
Lo ha affermato il presidente di Legambiente nazionale Stefano
Ciafani all'Ecoforum, la conferenza nazionale dell'Economia
circolare che si tiene oggi e domani a Roma. Il confronto
servirà per porre l'accento sui tre pilastri su cui dovranno
lavorare i primi cantieri dell'economica circolare dopo la
chiusura dei bandi del Pnrr da parte del ministero della
Transizione Ecologica: innovativi sistemi di raccolta
differenziata, rete impiantistica di riciclo e progetti faro.
Il tema dell'Economia Circolare è stato al centro anche di
diverse analisi presentate. In un sondaggio Ipsos dal titolo
"L'Italia e l'economia circolare" a cura di CONOU, Legambiente,
Editoriale Nuova Ecologia è emerso che quasi il 70% dei
cittadini ritiene che lo sviluppo dell'economia circolare e
l'energia da fonti rinnovabili possono contrastare l'aumento
delle bollette mentre il 48% pensa che i lavori collegati alla
sostenibilità aumenteranno nel futuro. Il 71% delle persone poi
concorda sul fatto che la ripresa post- pandemia è un momento
unico per costruire società più resistenti agli shock futuri. In
sintesi, la crisi pandemica ha insegnato che cambiare si può,
specie se la società civile diventa più attenta, se la
burocrazia aiuta e se ci sono risorse adeguate.
"L'economia circolare - dichiara Stefano Ciafani - è un
settore cruciale per il Paese, in grado di creare investimenti,
occupazione, economia sul territorio, e generare importanti
benefici all'ambiente. Per questo è fondamentale che l'Italia
acceleri il passo in questa direzione iniziando da quelle opere
che servono per farla decollare. Il primo cantiere da avviare
riguarda quello della rete impiantistica su cui oggi si registra
una forte disparità tra il nord, dove è concentrata la
maggioranza degli impianti, e il centro sud dove sono carenti".
Nel corso dell'Ecoforum sono state presentate anche due
indagini, realizzate in Umbria e nelle Marche sulla
contaminazione tra le diverse tipologie di raccolta
differenziata.
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