Nella determinazione del prezzo delle
azioni e obbligazioni vendute nel 2014 e nel 2015 per aumenti di
capitale, la Banca Popolare di Bari avrebbe "omesso di indicare
alcuni fattori specifici di rischio" relativi all'acquisizione
del Gruppo Tercas. E' l'accusa di falso in prospetto contestata
agli ex amministratori e dirigenti raggiunti oggi da misura
cautelare, Marco e Gianluca Jacobini, Elia Circelli (ai
domiciliari), Vincenzo De Bustis Figarola (interdizione). Le 21
imputazioni formulate dalla Procura, 12 riconosciute dal gip
dell'ordinanza cautelare, riguardano 13 falsi in bilancio
commessi tra il 2014 e il 2018, un falso in prospetto, 6
condotte di ostacolo alle funzioni di vigilanza e controllo di
Consob e Bankitalia. L'operazione di salvataggio di Tercas è
costata alla Popolare di Bari 325 milioni di euro e "i crediti
deteriorati netti della BPB prima della fusione con
Tercas-Caripe - si legge nell'imputazione - ammontavano a 780
milioni di euro, mentre dopo la fusione a 1 miliardo 440
milioni".
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