Un secolo di lusso, potere e
divismo sul Canal Grande. Palazzo Ferro Fini, la sede sul Canal
Grande del Consiglio regionale del Veneto, rievoca con una
mostra un capitolo inedito della propria storia. Per un secolo,
tra il 1868 e il 1968, il duplice palazzo, già prestigiosa
residenza nobiliare dei Contarini-Ferro-Manolesso e dei
Flangini-Fini, è stato il più prestigioso hotel di Venezia, faro
negli standard del lusso dell'epoca, meta di reali,
aristocratici, capi di stato, scrittori, artisti e divi dello
spettacolo. "Grand Hotel Venezia: cento anni, da albergo da
sogno a sede istituzionale" è il titolo rievocativo
dell'esposizione, curata da Franca Lugato e patrocinata dal
Comune di Venezia, che da mercoledì 15 maggio a 30 novembre
racconta con foto, filmati, oggetti e documenti una pagina
avvincente della storia di Venezia, apripista mondiale del
turismo di alta classe.
Il percorso fotografico e documentale, articolato nei tre
piani del complesso affacciato sul Canal Grande, propone foto e
filmati provenienti dagli archivi del Comune di Venezia, Ipav,
Alinari, Luce e British Pathé e da archivi privati, nonché
oggetti e documenti d'epoca che provengono da collezioni private
e dall'inedita raccolta di oggetti Ciga realizzata
dall'associazione culturale "Le memorie della Compagnia Italiana
Grandi Alberghi".
I visitatori sono accompagnati a rivivere la centralità di
una residenza nobiliare, acquistata nel 1860 dalla dinastia di
armatori dalmati Ivancich, e diventata - con l'annesso palazzo
Gritti (ex Swift) - l'hotel più lussuoso di Venezia. Tra le
presenze illustri del grande albergo, gestito nel novecento da
Ciga e poi da Saigat, l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe
e il re d'Italia Vittorio Emanuele II, il Duce e il Führer, i
ministri degli esteri dei paesi balcanici e dell'Europa
centrale, il premier britannico Winston Churchill.
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