La procura di Rovigo ha chiesto il
rinvio a giudizio di 9 persone residenti tra la provincia
polesana, Ferrara e Svizzera per una truffa sul 'bonus
facciate', avendo riscosso erogazioni pubbliche di denaro per
lavori edilizi mai eseguiti.
Una trentina i casi accertati dalla guardia di Finanza che
ha indagato anche il difensore di fiducia di uno dei principali
indagati e una società di Polesella ( RO) per illecito
amministrativo. Le indagini hanno ricostruito la truffa legata
ai bonus edilizi (in particolare, bonus facciate) e alla
successiva condotta di riciclaggio del denaro. I finanzieri
hanno dimostrato l'esistenza di crediti collegati a lavori
edilizi mai realizzati, stando alle testimonianze dei
proprietari degli immobili coinvolti che hanno, tra l'altro,
affermato di non conoscere gli indagati e le società utilizzate
da quest'ultimi.
Gli indagati, consapevoli della circostanza che nessun lavoro
era stato realizzato, creavano delle deleghe con le quali
fittiziamente simulavano che il proprietario del bene
autorizzava il libero professionista all'inserimento dei dati.
Il credito così generato risultava essere, però, intestato al
proprietario del bene sul quale venivano realizzati i lavori e
poi il credito veniva trasferito a favore delle società
riconducibili agli indagati. Le Poste Italiane ignare del
meccanismo hanno così corrisposto 2.186.618,73, ovvero circa
l'83% del valore nominale dei crediti acquistati. Le somme sono
quindi confluite su uno solo dei tre conti correnti: due
società, subito dopo aver ricevuto il corrispettivo dalle Poste
per la vendita dei crediti, hanno infatti fatto confluire il
quasi intero importo a favore del conto corrente della terza. Il
principale indagato aveva enormi disponibilità di denaro
contante: nella sua casa sono stati trovati 170.790 euro. Ad
oggi sono stati sequestrati agli imputati beni per 754.169,21
euro. Inoltre sono stati sequestrati crediti acquistati dalle
Poste Italiane per 2.895.581 euro.
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