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Covid: Cgia, 2021 sarà anno d'oro per il lavoro nero

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Covid: Cgia, 2021 sarà anno d'oro per il lavoro nero

Persi 450 mila occupati, situazione peggiora nei prossimi mesi

VENEZIA, 03 aprile 2021, 11:01

Redazione ANSA

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La pesante crisi economica in corso fa crescere l'esercito dei lavoratori in nero presente in Italia. Lo sostiene la Cgia di Mestre, ricordando che nell'ultimo anno la crisi pandemica ha provocato una perdita di circa 450 mila posti di lavoro.
    Con le chiusure imposte nelle ultime settimane, a tanti di questi disoccupati si sono aggiunti molti addetti del settore alberghiero e della ristorazione e altrettante finte parrucchiere ed estetiste che quotidianamente si recano nelle case degli italiani ad esercitare irregolarmente i servizi e le prestazioni più disparate. Un numero di invisibili difficilmente quantificabile, anche se secondo gli ultimi dati stimati qualche anno fa dall'Istat, quindi ben prima dell'avvento del Covid, i lavoratori in nero presenti in Italia erano molti: circa 3,2 milioni. Nei prossimi mesi, secondo gli Artigiani, la situazione è destinata a peggiorare. Con lo sblocco dei licenziamenti previsti dapprima a fine giugno, per coloro che lavorano nelle Pmi e nelle grandi imprese, e successivamente in autunno, per quelli che sono occupati nelle micro e piccolissime aziende, c'è il pericolo che il numero dei senza lavoro aumenti in misura importante. Stiamo parlando di quelle persone che non riuscendo a trovare una nuova occupazione saranno costrette a optare per un lavoro irregolare o si improvviseranno come abusivi per integrare le magre entrate familiari.
    Non meno impattante viene giudicato l'effetto chiusura imposto dal governo nelle ultime settimane a bar, ristoranti, negozi, massaggiatori, parrucchieri e centri estetici.
    Soprattutto nei territori più provati dalla crisi, non sono pochi, ad esempio, i camerieri che in attesa di tornare ad esercitare la propria professione si stanno improvvisando edili, dipintori, idraulici, giardinieri o addetti alle pulizie.
    Eseguono piccoli lavori pagati poco e in nero che, tuttavia, consentono a queste persone di portare a casa qualche decina di euro al giorno, permettendo così a molte famiglie di mettere assieme il pranzo con la cena.
   

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