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Spaccapietre, l'inferno del capolarato

Spaccapietre, l'inferno del capolarato

De Serio e Salvatore Esposito, una realtà che nessuno racconta

VENEZIA, 07 settembre 2020, 17:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un argomento di cui si parla davvero troppo poco e che riguarda tutta Italia, dal nord al sud, ovvero i campi di sfruttati, di braccianti stagionali che hanno, tra l'altro, una componente italiana non da poco".
    Persone che vivono per pochi euro in bidonville, tra freddo e spazzatura, e sono oggetto di ricatti e violenze di ogni genere.
    'Spaccapietre' dei registi torinesi Gianluca e Massimiliano De Serio racconta proprio questa realtà con efficacia e non mancando di mostrare anche, con grande coraggio, una credibile e feroce violenza.
    Il film, passato alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, racconta appunto la storia di un italiano: Giuseppe (Salvatore Esposito). Quando Angela, moglie adorata dell'uomo, muore per un malore nei campi, Giuseppe insieme al figlio Antò (Samuele Carrino), che sogna di fare l'archeologo, prende il suo posto e va a vivere in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali. L'uomo, a cui non mancano certo la forza e il carattere per stare vicino al figlio in una situazione così difficile, ha poi fatto un promessa ad Antò, quella di restituirgli la madre ad ogni costo. Ma la realtà, come sempre, si rivelerà alla fine più difficile di quanto si potesse immaginare. Nel cast del film anche Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole e Vito Signorile.
   

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