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Konchalovsky, oggi il lieto fine è un miracolo

Konchalovsky, oggi il lieto fine è un miracolo

Il regista russo in concorso a Venezia con Cari Compagni!

VENEZIA, 07 settembre 2020, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Oggi il lieto fine è un miracolo", così al Lido il regista russo Andrei Konchalovsky commenta il finale del suo 'Cari compagni!' presentato in Concorso alla 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
    Da parte sua, questa l'unica frase che ricorda il presente dopo aver evitato con grande stile domande sulla Russia contemporanea con i suoi molti recenti misteri.
    In questo film prevale solo un pezzo di storia degli anni Sessanta, in epoca Krusciov, che racconta in un bellissimo bianco e nero, anche in omaggio ai suoi genitori. Ci troviamo a Novocherkassk nel 1962. Lyudmila, (Julia Vysotsakaya, moglie del regista) membro del partito comunista locale, è animata della più grande fede nel partito e nei suoi ideali.
    Ora, durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, scoppia una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo e perpetrata dal Kgb per reprimere lo sciopero. Un fatto straordinario che cambierà la storia del paese che non aveva mai visto una repressione con l'uso di armi verso compagni operai.
    Tra i molti dispersi c'è anche la figlia di Lyudmila. Da qui, da parte della donna, l'affannosa ricerca in una città bloccata e con le autorità che vogliono insabbiare tutto. Nel film, dai toni classici e pieno del fascino di un'Unione Sovietica in crisi economica, ma ancora forte del radicamento dei suoi valori in ogni classe sociale, tanta nostalgia di Stalin da parte del popolo. "Stalin - ci tiene a dire il regista - oggi è percepito diversamente da come era allora, un po' come accade a voi per Togliatti e Gramsci".
   

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