"Non c'è un problema di più
soldi, ma di come destinare in modo diverso le risorse. C'è la
necessità anche di ripartire nel rapporto con le imprese che
svolgono le attività e che fanno parte e sono i titolari del
Consorzio". Lo ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele
Cantone, parlando del Mose di Venezia, il progetto anti-acque
alte che dopo la scandalo dell'inchiesta sulle tangenti è
sottoposto a gestione commissariale. "Noi dobbiamo fare, adesso
che la situazione si è stabilizzata - ha aggiunto Cantone,
parlando a margine del Festival Città Impresa a Vicenza - una
specie di riunione per capire come ripartire, perchè
oggettivamente i tempi rischiano di allungarsi ulteriormente,
non per il commissariamento ma per i problemi che si sono
trovati".
Il numero uno dell'Anac ha riferito di aver parlato del caso
Mose anche con il Prefetto di Roma, "con il quale ho già avuto
un primo approccio. L'idea è che per il momento la situazione
resta quella che è - ha spiegato - Dobbiamo fare un punto della
situazione effettiva dei lavori, a partire dalla tematica
dell'atto aggiuntivo di cui dovremo parlare anche con il
Ministro delle infrastrutture". Quanto al possibile, ulteriore
slittamento della data di conclusione dell'opera, Cantone ha
risposto: "non sono in grado di fornire date, ma ho paura che
possa esserci un allungamento. Però i problemi che noi stiamo
trovando sono problemi veri, forse in passato si è stati
ottimisti, magari in buona fede. Ci sono problemi rilevanti per
una serie di cose che sono state fatte, per esempio ci dicono
che ci sono già problemi sulle paratie che sono state installare
e che necessitano di una manutenzione rilevante".
"C'è poi - ha concluso - il rapporto con le imprese che fanno
parte del Consorzio, che è tutt'altro che semplice e su cui
bisogna trovare un meccanismo per convivere. L'interesse di
tutti è che i lavori vengano portare a termine, e si possa
programmare il futuro delle manutenzioni".
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