Un abbecedario dell'immagine
nell'arte italiana negli anni '60: periodo di intrecci, di
sperimentazioni. Un decennio che pare sentire, in particolare
nella capitale, i richiami che arrivano da oltre Oceano, con
l'avvento della Pop art, ma che sa trovare una strada tutta
italica; un percorso che, in artisti come Tano Festa, fa i conti
con il peso che la storia dell'arte ha nell'immaginario
collettivo. "Imagine. Nuove immagini nell'arte italiana
1960-1969" - dal 23 aprile al 19 settembre alla Collezione Peggy
Guggenheim, a Venezia - è il nuovo capitolo della ricerca di
Luca Massimo Barbero attorno a quel periodo d'oro del fare arte
lungo la penisola. Lungo il percorso espositivo si incontrano
così i mondi creati da Mario Schifano e i suo compagni di
strada, come Franco Angeli e Festa, passando per Mario Ceroli o
Domenico Gnoli, fino a Michelangelo Pistoletto e Jannis
Kounellis. Ma non mancano Fabio Mauri, Giosetta Fioroni, Mimmo
Rotella, Francesco Lo savio, Giulio Paolini e Pino Pascali.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA