Abbattere i muri culturali e
religiosi tra le due sponde del Mediterraneo mettendo a
confronto il racconto e le esperienze degli adolescenti. E'
quanto si propone "Venezia-Tunisi", l'iniziativa proposta
all'associazione veneziana "Un pesce di pace" che, per superare
le barriere linguistiche, si è fatta aiutare, abbattendo
simbolicamente altre mura, dai detenuti magrebini del carcere
lagunare. In pratica i ragazzini tunisini inviano lettere e
messaggi ai loro coetanei di Venezia nelle loro lingue - arabo e
francese - i detenuti le traducono in italiano e quindi i
messaggi vengono fatti pervenire ai giovani italiani che così
possono rispondere grazie sempre alla mediazione linguistica dei
carcerati. Tra i primi messaggi giunti agli studenti delle
elementari veneziane, quello di Nour, 8 anni, che dice "dalla
Tunisia all'Italia: benvenuti! Vi aspettiamo" o quello di Ahamed
(10 anni) che sottolinea "mi piace conoscere gli amici di altri
Paesi e di religioni differenti".
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