AOSTA - Una notte di divertimento che riscalda la città come e più di una notte bianca, coinvolgendo insieme giovani e anziani, residenti e turisti, all'insegna dell'allegria: è la 'veillà', la grande festa popolare che anima la parentesi tra le due giornate di Fiera, offrendo ai partecipanti l'imperdibile spaccato di una delle tradizioni più sentite dalla comunità valdostana.
Un tempo serate per stare insieme ad amici e parenti chiacchierando degli avvenimenti del villaggio, giocando a carte o intagliando il legno, oggi le veillà organizzate nei borghi della regione sono appuntamenti in cui si ricorda la vita rurale di un tempo, anche attraverso la rievocazione di mestieri antichi e attività proprie del mondo contadino, spesso con l'accompagnamento di musiche, canti, un bicchiere di vin brulé e una tazza di brodo caldo.
Quella della Fiera di Sant'Orso si avvicina più a una festa di piazza con migliaia di persone a sciamare per le vie del centro storico di Aosta a partire dalla chiusura dei banchi degli artigiani, tra spettacoli folkloristici ed esibizioni musicali durante le quali non è raro essere coinvolti in danze tipiche o nei canti di corali improvvisate. Le storiche 'crotte' (cantine) del borgo di Sant'Orso vengono aperte ai visitatori: si offrono salumi, formaggi, un bicchiere di vino, e ci scalda in compagnia al suono delle fisarmoniche, in un'allegra atmosfera conviviale che dura fino alle prime luci dell'alba.
Da qualche anno, poi, anche i più piccoli hanno una loro veillà in orario pomeridiano, la 'Veillà di Petchou'. Quest'anno nella Cittadella dei Giovani i bambini avranno l'occasione di scoprire aspetti relativi all'agricoltura, all'artigianato, al folclore locale, con giochi e laboratori proposti dagli studenti delle scuole superiori valdostane.
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