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Workshop Celva per affrontare digitalizzazione enti locali

Workshop Celva per affrontare digitalizzazione enti locali

Avvocato Belisario, necessario imparare nuovo alfabeto digitale

22 dicembre 2016, 13:44

Redazione ANSA

ANSACheck

Workshop Celva per affrontare digitalizzazione enti locali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Workshop Celva per affrontare digitalizzazione enti locali - RIPRODUZIONE RISERVATA
Workshop Celva per affrontare digitalizzazione enti locali - RIPRODUZIONE RISERVATA

All'avanguardia sul versante della formazione per personale e amministratori di comuni e Unités des Communes della regione, il Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta è da sempre attento ai temi dell'innovazione amministrativa e dell'informatizzazione delle procedure. Proprio il ruolo di punto di riferimento per la formazione degli 83 enti consorziati è alla base della scelta di organizzare un workshop di approfondimento sui temi dell'amministrazione digitale, a seguito dell'entrata in vigore delle recenti modifiche al Cad (Codice dell'amministrazione digitale).
Quali sono i traguardi che attendono le PA? Che modelli organizzativi è necessario sviluppare? Quali servizi offrire ai cittadini? A queste e altre domande ha cercato di dare risposta l'avvocato Ernesto Belisario, esperto di diritto amministrativo e di diritto delle nuove tecnologie, docente di corsi universitari e master sui temi dei profili giuridici dell'innovazione e della digitalizzazione, membro del Tavolo permanente per l'innovazione e l'Agenda digitale italiana, ma anche blogger e collaboratore di testate quali Wired.it, CheFuturo, Agendadigitale.eu e IlFattoQuotidiano.it.

“È necessario imparare un nuovo alfabeto digitale” - è la premessa, ma anche la sintesi della lezione che Belisario ha tenuto ai decisori degli enti locali valdostani - “ma anche re-ingegnerizzare le procedure perché in Italia si sprecano ogni anno 150 milioni di minuti esclusivamente per protocollare le fatture”.

Un cambiamento che ha tratto ulteriore impulso anche dalla legge 124/2015. La normativa ha introdotto la Carta della cittadinanza digitale e indicato le modifiche da inserire nel Cad, rivoluzionando le prospettive per il rapporto tra cittadini e PA.

La nuova disciplina del Codice prevede, ora, strumenti per premiare l'adesione e l'uso dello Spid da parte degli enti e della popolazione come, ad esempio, la necessità di avere un'identità digitale per accedere al bonus cultura destinato agli 'under 18'. Inoltre, viene sancito il principio che l'uso della 'carta' per attività e procedimenti amministrativi deve diventare un'eccezione. Le comunicazioni con la Pa avverranno tramite il domicilio digitale e la Pec, come già succede per le imprese. “Non tutti lo sanno, ma dal 14 settembre 2016, data di introduzione del nuovo Cad, comunicazioni e notifiche che vengono inoltrate dalle persone giuridiche con mezzi diversi dalla Pec sono nulle”, ha spiegato Belisario. Nello stesso termine le amministrazioni avrebbero dovuto anche individuare, all'interno di ciascun ente, le figure dotate di adeguate competenze tecnologiche e manageriali incaricate della transizione alla modalità operativa digital e dei conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un'amministrazione digitale aperta.

Altra novità in vigore dal 28 luglio scorso è l'obbligo, per la PA, di inviare agli utenti una certificazione d'esito in risposta a un'istanza. “L'obiettivo – ha aggiunto Belisario - è di arrivare a fornire una sorta di servizio 'dovequando' dei procedimenti amministrativi, alla stregua dei servizi di ricerca online delle spedizioni forniti da operatori postali e corrieri, così da avere una 'tracciatura' continua dello stato dell'istanza”.

Il Cad stabilisce anche la validità giuridica dei documenti informatici sottoscritti con firma elettronica, così come le disposizioni per la loro conservazione e l'obbligo per la Pa di consentire i pagamenti elettronici tramite la piattaforma PagoPa dell'Agenzia per l'Italia digitale entro la fine del 2016. “Le ultime due previsioni hanno già trovato attuazione da parte del sistema degli enti locali della Valle d'Aosta, di concerto con l'amministrazione regionale”, ricorda Jean Barocco, responsabile politico del Celva per i temi di innovazione tecnologica.

In particolare, il Consorzio ha contribuito alla costituzione del Polo di coordinamento per la conservazione dei documenti informatici per gli enti locali, nel quadro di un accordo di collaborazione tra le regioni Valle d'Aosta ed Emilia Romagna, e ha aderito al progetto regionale per la realizzazione della Piattaforma regionale dei pagamenti telematici secondo i criteri e gli strumenti previsti dal sistema pagoPA.

Inoltre, nel corso degli ultimi anni il Celva ha lavorato alla predisposizione di un modello di piano di informatizzazione e del manuale di gestione del protocollo per tutti gli enti consorziati, e ha realizzato unico portale della trasparenza uguale nella struttura ma personalizzabile da ogni ente locale. Ancora in corso, invece, è il progetto per la messa online di modelli tipo per la presentazione delle istanze relative ai servizi telematici, ai quali accedere identificandosi tramite la Tessera sanitaria/Carta nazionale dei servizi.

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