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Tutti alla veillà, la notte bianca di Aosta

Tutti alla veillà, la notte bianca di Aosta

12 gennaio 2015, 13:53

Redazione ANSA

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Tutti alla veillà, la notte bianca di Aosta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti alla veillà, la notte bianca di Aosta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tutti alla veillà, la notte bianca di Aosta - RIPRODUZIONE RISERVATA

AOSTA - Nella notte tra le due giornate della Fiera di Sant'Orso il centro storico di Aosta è animato da una grande festa popolare che raduna migliaia di persone. Tra canti, danze, chiacchiere, libagioni e degustazioni gastronomiche, nel freddo inverno valdostano la città conosce una parentesi anticipatrice del Carnevale: è la veillà.Il termine franco-provenzale veillà ('veglia') indicava un tempo le lunghe serate invernali trascorse con i familiari e gli amici. Nelle piccole comunità della regione alpina la veillà era un modo per stare insieme: si chiacchierava, si giocava a carte, si intagliava il legno, mentre si facevano i lavori di manutenzione degli attrezzi agricoli e le donne filavano o facevano la maglia. In quelle occasioni, si scambiavano le ultime notizie e si ascoltavano gli anziani narrare antiche storie e leggende del paese. Oggi, le veillà sono feste durante le quali viene ricordata la vita rurale del passato, spesso attraverso la rievocazione di mestieri antichi e attività proprie del mondo contadino, anche a beneficio dei visitatori e dei turisti. Tra le più celebri vi sono quelle di Cogne, Etroubles, Valtournenche, Charvensod, Saint-Nicolas e Morgex, ma nessuna di queste è paragonabile alla veillà della Fiera di Sant'Orso nella notte fra il 30 e 31 gennaio, con le strade di Aosta illuminate e piene di gente fino all'alba. Oltre alle animazioni musicali e folkloristiche tra le vie e le piazze del centro storico e alla distribuzione di brodo caldo e vin brulé (vino caldo con spezie) nel borgo medievale di Sant'Orso, la veillà è celebre perché durante questa notte vengono aperte le antiche 'crotte' (cantine) del borgo.
   Il 'tour delle crotte' è diventata un'autentica attrazione della veillà: ogni anno nuove cantine si aggiungono a quelle che aprono da tempo immemorabile, nelle vie più conosciute come nei vicoli più nascosti, dando vita a una 'caccia al tesoro' durante la quale è abituale imbattersi in gruppi festosi che, reduci dalla visita a una cantina, forniscono indicazioni utili per raggiungerla. Qui i proprietari accolgono ospiti e visitatori offrendo salumi, formaggi, un bicchiere di vino, e ci si scalda in compagnia al suono delle fisarmoniche e degli strumenti tradizionali, bevendo vin brulé e intonando una canzone. In questo caso la tradizione si perde agli albori della Fiera, quando gli artigiani raggiungevano la 'veulla' (Aosta) da tutte le località della regione e, dopo la chiusura dei propri banchi, trascorrevano la notte nelle 'crotte' di amici o di persone conosciute durante l'esposizione che li facevano riposare qualche ora al riparo dal gelo invernale prima del ritorno alla Foire.

 

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