A soli otto mesi dalle ultime elezioni regionali, la Valle d'Aosta finisce di nuova impantanata in una crisi politica. A 'traballare' è la maggioranza (21 voti contro 14 dell'opposizione) formata da alcune forze autonomiste (Union valdotaine, Alliance valdotaine, Stella alpina, Vda Unie) e dal Progetto civico progressista, di cui fa parte anche il Partito Democratico.
La situazione è precipitata a seguito delle dimissioni dell'assessora all'ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, Chiara Minelli (Rete civica), che in aula ha accusato i colleghi di "ostilità" e "ostruzionismo" di fronte a importanti dossier come l'elettrificazione della linea ferroviaria Aosta-Ivrea (inserita nelle opere da finanziare con il Pnrr), il futuro dell'aeroporto, le discariche. Assieme a lei si è dimessa dalla presidenza di commissione anche Erika Guichardaz (Pd).
La verifica di governo, invocata dal Pcp, non è riuscita a partire nemmeno dopo un incontro tra le parti, nel quale le forze autonomiste hanno scelto la via del silenzio, mettendo così in difficoltà il presidente della Regione, Erik Lavevaz, che ha più volte chiesto di avviare il confronto e di riaprire il dialogo. "Come gruppo - ha detto in aula Paolo Cretier (Pd) - continuiamo a sostenere la maggioranza ma è necessario un confronto. Bisogna limare incomprensioni".
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