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Maggioranza compatta, no a sfiducia Rini

Maggioranza compatta, no a sfiducia Rini

Assessore ribadisce, sentita come persona informata su fatti

AOSTA, 22 novembre 2017, 18:05

Redazione ANSA

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Con 19 voti contrari e 13 favorevoli il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha respinto una mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore all'istruzione e cultura, Emily Rini, presentata dalla minoranza.
    La richiesta prendeva origine dall'"inquietante quadro che emerge dall'inchiesta sulla corruzione in Valle d'Aosta", in particolare dal "coinvolgimento nella vicenda del vice-presidente della Regione e assessore Emily Rini, la quale avrebbe richiesto all'allora presidente Rollandin di trovare un posto di lavoro all'ex marito, onde evitare di versargli l'assegno di mantenimento". "Tutto quello che dovevo dire e che dovevo spiegare - ha detto Rini in aula - l'ho detto e spiegato in tempi non sospetti e soprattutto nella sede competente davanti al pm come persona informata sui fatti. Sono tenuta al segreto istruttorio. E' mia ferma intenzione di informare l'opinione pubblica circa la mia deposizione non appena le esigenze investigative lo consentiranno". "Ho letto con vivo stupore e anche con un po' di amarezza nelle premesse di questa iniziativa - ha aggiunto Rini - di un mio presunto coinvolgimento nell'inchiesta, dettaglio questo non vero. In maniera artificiosa e non corrispondente alla realtà dei fatti, si ricostruisce un episodio che mi vede interessata. In alcune ricostruzioni fatte nelle scorse settimane si è a volte accostato il mio nome a vicende, fatti e persone, nelle quali e con cui io non ho mai avuto niente a che fare".
"Le dimissioni non sono solo opportune. Occorre fare luce su questa vicenda, che è diventata inquietante. Non ho mai sentito di una separazione dove arrivano un legale e un imprenditore, non due qualsiasi, a proporre un posto di lavoro. Sono rimasta basita. Altro che prime pagine dei giornali nazionali, questa volta finiamo anche nei fumetti" ha replicato Chantal Certan (Alpe), prima firmataria della mozione di sfiducia. "Il comportamento dell'assessore è tardivo - ha detto Patrizia Morelli (Alpe) - dopo l'atteggiamento omissivo da parte sua e della maggioranza, non è comprensibile il rifiuto a rispondere a un question time. Un rifiuto che alimenta il sospetto".
Per Roberto Cognetta (M5S), "oltre a quello personale l'assessore Rini dovrebbe fare anche un esame politico, secondo me non si è comportata in modo corretto". Claudio Restano (Pnv) ha poi osservato: "L'assessore è una protagonista in negativo, mentre nella politica valdostana c'è bisogno di esempi in positivo". Secondo Andrea Padovani (Misto) "da tutto questo esce un'immagine pessima della politica valdostana". "Siamo indignati si - ha detto Alberto Bertin (Misto) - ma non stupiti. Esce un quadro desolante, al di là delle responsabilità penali che dovranno essere determinate. Quello che sta avvenendo è grave. Non introdurre la preferenza unica è stata un'occasione persa per distruggere un sistema malato". Infine Elso Gerardin (Misto): "La politica in questo momento ha bisogno di chiarezza, di un passo indietro".
"In questa mozione - ha evidenziato André Lanièce (Epav) - ci sono vari elementi contradditori. Non si è mai discussa una mozione su un assessore che non è nemmeno indagato. Le indagini, inoltre, spettano alla magistratura e non a quest'aula". "Tra i promotori della mozione - ha aggiunto Aurelio Marguerettaz (Uv) - ci sono garantisti solo per sé stessi e colpevolisti per gli altri, un doppio binario". Per Nello Fabbri (Uvp), "sembra di essere in un'aula dell'Inquisizione, il moralismo e il manicheismo a senso unico non mi hanno mai convinto".

   

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