/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Droga,condannati per estorsioni a minori

Droga,condannati per estorsioni a minori

L'accusa, minacce di morte a chi si rifiutava di fare da pusher

AOSTA, 01 ottobre 2014, 15:58

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Accusati di estorcere denaro ai minorenni che rifiutavano di fare loro da pusher, due immigrati marocchini sono stati condannati dal tribunale di Aosta. Erano imputati di estorsione e traffico di stupefacenti: a Essaid El Basraoui (21) inflitti tre anni e sei mesi di reclusione e 1.000 euro di multa, al cognato Mostafa Hamaras (24) tre anni e cinque mesi e 900 euro di multa. Accusa e difesa si sono scontrate sull'attendibilità dei testimoni. I fatti tra fine 2012 e prima metà del 2013.

Ha respinto ogni accusa mossa ai suoi assistiti l'avvocato difensore Andrea Urbica. "Tutto si basa soltanto su dichiarazioni, non c'è alcun sequestro di sostanze stupefacenti". Inoltre il presunto fornitore indicato dal teste "si trova in carcere, come faceva a cedere lo stupefacente ai miei assistiti? Quelle del teste minacciato sono bugie". Secondo la ricostruzione della Squadra mobile - che nel maggio del 2013 arrestò i due immigrati marocchini su ordinanza del gip - la cessione di droga avveniva tra le mura domestiche: "Come facevano a fornire stupefacenti in casa, alla presenza di genitori e bambini?", ha detto Urbica. Secondo l'avvocato difensore "tutto è iniziato con il sequestro di una modica quantità di droga a un teste, che ha iniziato ad accusare i miei assistiti. Neanche la procura crede alla storia del pseudo avvocato, che altrimenti sarebbe stato accusato di concorso in estorsione".  
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza