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Architetti, su ricostruzione e superbonus nubi nere

Architetti, su ricostruzione e superbonus nubi nere

Per Moressoni "lento e progressivo logorio"

PERUGIA, 27 aprile 2022, 11:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il settore delle costruzioni sta vivendo un lento e progressivo logorio, apparentemente inarrestabile": a denunciarlo è Paolo Moressoni, a nome del Consiglio dell'Ordine degli architetti Ppc della Provincia di Perugia. "Sembra tutto su un binario morto, - prosegue - la pazienza messa a dura prova tra amarezza e malinconia di ciò che avrebbe potuto essere".
    "A quanto è possibile osservare - sostiene Moressoni in una nota - è un dramma su tutti i fronti: ricostruzione post sisma, superbonus e anche sul Pnrr. Il primo problema riguarda le materie prime, basta pensare che il 70 % dell'acciaio arriva da Russia e Ucraina, così come la materia prima per produrre le nostre ceramiche. A questo si aggiunge che c'è difficoltà di approvvigionamento delle altre materie prime, come ad esempio il legno, il costo dell'energia che è schizzato al disopra di ogni limite, il costo dei trasporti moltiplicato, tutto ulteriormente appesantito da immancabili speculazioni. Sta di fatto che i professionisti che hanno lavorato sulla scorta dei superbonus riponendo la loro fiducia sulla stabilità di una misura che invece a più riprese è stata colpita a bordate dal Governo, notoriamente contrario, e rattoppata alla meglio dal Parlamento.
    La cessione del credito è di fatto rimasto un problema irrisolto. Nonostante stia arrivando un nuovo provvedimento che consentirà agli istituti bancari e assicurativi la possibilità di una ulteriore cessione ai propri correntisti, il problema non si risolverà".
    "Sul fronte sisma - sottolinea Moressoni - stiamo, inoltre, osservando che alcuni istituti di credito hanno chiuso anche la convenzione che consente di finanziare la ricostruzione, che, come noto, anche questa è assicurata con il meccanismo del credito d'imposta. Speriamo non si allarghi ulteriormente anche questo fronte altrimenti gli effetti per le zone terremotate sarebbero tremende".
   

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