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>ANSA-IL-PUNTO/ COVID: in Umbria preoccupa il Perugino

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>ANSA-IL-PUNTO/ COVID: in Umbria preoccupa il Perugino

"Interventi localizzati per scongiurare la zona rossa"

PERUGIA, 28 gennaio 2021, 18:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Preoccupa l'incidenza del Covid in provincia di Perugia, tanto che non viene esclusa l'eventualità di una variante locale del virus. Nella settimana dal 18 al 24 gennaio, la provincia di Terni ha una incidenza di nuovi casi per 100 mila abitanti bassa (69,81), mentre in quella di Perugia l'incidenza è nettamente più alta (234,11). Per una media umbra di 191,92. E l'allargamento della forbice tra la provincia di Terni e quella di Perugia, con alcuni comuni che hanno incidenze anche molto al di sopra della soglia di 250, sta portando la Regione a fare analisi "per affrontare valutazioni su interventi puntuali e localizzati in alcune aree - ha sottolineato l'assessore alla sanità, Luca Coletto - per non costringere tutta la regione a rischiare l'inserimento nella zona rossa".
    Situazione "preoccupante" in Umbria anche per i focolai nelle Rsa e strutture residenziali protette, con tre nuovi cluster epidemici in più in una settimana. Dal 20 al 27 gennaio la regione è passata da 101 strutture con casi e cluster a 104. Gli attualmente positivi sono 297 (+34 rispetto alla settimana precedente), di cui 166 ospiti (+7) e 131 operatori (+27). I decessi sono saliti a 115 (+12).
    Per quanto riguarda i dati di oggi, sono 369 i nuovi casi di positività accertati nelle ultime 24 ore in Umbria.
    I guariti - secondo i dati aggiornati della Regione - sono 191 (29.131 in tutto), i morti quattro (760). In aumento i ricoveri (sono 392, otto in più di ieri) e i posti occupati nelle terapie intensive: 54, quattro in più.
    In merito ai vaccini, dalla Regione si dicono "tranquilli" per le seconde dosi da inoculare entro febbraio. E allo stesso tempo per cominciare con gli ultraottantenni già dopo l'8 febbraio. "Dobbiamo concordare con i medici di medicina generale come selezionare le priorità" ha affermato il direttore regionale alla Salute Claudio Dario che ha poi sottolineato che "il vero problema è l'arrivo dei vaccini e la possibilità di pianificarne la gestione".
   

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