I finanzieri della compagnia di
Foligno, nell'ambito di una complessa attività investigativa,
hanno scoperto un presunto sodalizio criminoso, che faceva capo
a un imprenditore romano, ideato per turbare lo svolgimento
delle procedure di incanto, falsandone l'esito finale di
aggiudicazione. Segnalati e rinviati a giudizio i sei presunti
responsabili.
Le attività di indagine hanno permesso di appurare - spiega la
Gdf - l'impiego di prestanome come rappresentanti di società, a
cui scientemente erano state attribuite differenti sedi
operative e legali, con il fine di farle apparire imprese
distinte, pur essendo riconducibili ad un unico centro
decisionale, identificato nell'imprenditore romano.
Secondo la Gdf, queste società avevano contestualmente
partecipato a procedure pubblica indette da Comuni umbri ponendo
in essere atti diretti a turbare le gare, autocertificando di
essere in possesso dei requisiti circa l'assenza di relazioni
con altri soggetti economici partecipanti alla medesima gara.
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