Cominciati davanti al gip di Terni
gli interrogatori di garanzia per i sei arrestati (cinque in
carcere e uno ai domiciliari) nell'indagine della squadra mobile
sulla presunta truffa ai danni di pazienti affetti da malattie
degenerative attraverso un protocollo medico in realtà ritenuto
privo di rilevanza scientifica.
I primi a essere sentiti sono stati il medico Pierluigi
Proietti e l'ingegnere biomedico Edoardo Romani, entrambi difesi
dagli avvocati Marco Gabriele e Manlio Morcella.
Proietti - in base a quanto si apprende dal legale - ha
risposto alle domande del gip "puntualizzando alcuni aspetti
poco chiari e sottolineando la propria estraneità alle accuse".
Romani si è avvalso invece della facoltà di non rispondere.
Oltre 230 - secondo l'accusa - i malati affetti da sclerosi
multipla, morbo di Parkinson e artrite reumatoide che avrebbe
pagato da 2 a 4 mila euro per le cure. In realtà un mix di
antibiotici, antimicotici e statine ritenuto inefficace o in
alcuni casi anche dannoso.
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