Prima giornata del convegno europeo
di Scienze dell'Educazione a Bolzano. Ecer 2018 questa settimana
attirerà a Bolzano poco meno di 3.000 accademici da un'ottantina
di paesi. Il convegno è dedicato all'Inclusione ed esclusione,
risorse per la ricerca educativa.
La mattinata si è aperta con l'inaugurazione della
preconferenza, durante la quale i ricercatori emergenti
dispongono di uno spazio dedicato per mettere in mostra i
risultati delle loro attività di ricerca. Research That
Empowers: Inclusive approaches, questo il titolo della prima
tavola rotonda, è stata preceduta dalla premiazione - ad opera
dei proff. di unibz Dario Janes e Michael Gaidoschik - dei
giovani vincitori delle borse di studio che ne hanno consentito
la partecipazione al convegno. È quindi stata la volta della
tavola rotonda, coordinata da George Head (University of
Glasgow), cui hanno preso parte Brahm Norwich (University of
Exeter), Annalisa Morganti (Università di Perugia) e Kyriaki
Messiou (University of Southampton). Norwich ha introdotto il
tema parlando dei "dilemmi e delle scelte difficili nella
ricerca pedagogica" e di come trattare la diversità e le
differenze nella ricerca partecipativa. Il seguente intervento
di Morganti ha messo invece in evidenza come la ricerca in
pedagogia, per essere efficace, non possa fare a meno di
"definire chiaramente i criteri di qualità, le fasi dello studio
e le metodologie adottate". Messiou, infine, ha fornito esempi
concreti del coinvolgimento della popolazione scolastica nelle
ricerche sull'inclusione. Un approccio, quello di Messiou, che
punta a fare emergere le voci degli studenti come punto di
partenza di ogni studio sulle cause della marginalizzazione
all'interno delle scuole.
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