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Covid: medico-alpinista, serve approccio diverso alla montagna

Covid: medico-alpinista, serve approccio diverso alla montagna

Gigliotti, "con gli incidenti sci sale pressione sugli ospedali"

BOLZANO, 27 novembre 2020, 13:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La natura detta le sue regole, siano le slavine, il vento oppure un virus. E' arrivato il momento di trovare un approccio culturale diverso alla montagna". Lo afferma Paola Gigliotti, medico di gara delle maggiori competizioni estive e invernali di sport di montagna in Alto Adige ed ex alpinista di alto livello. "Lo sci alpino è il volano economico della montagna invernale. Non è però tutto", sottolinea.
    Gigliotti mette anche in guardia dal rischio contagio: "Come si fa a passare un'intera giornata sulla neve senza mai fermarsi in un rifugio per un caffè? L'apertura degli impianti, data la situazione attuale, è pericolosa a causa della concentrazione umana, ma anche per pressione sui pronto soccorso per la traumatologia che comporta", aggiunge. Gigliotti conosce bene la situazione sanitaria sia in Italia che in Austria. Vive infatti in Austria, nel Tirolo orientale, a pochi chilometri dal confine di Prato alla Drava. Secondo Gigliotti, "se la situazione sanitaria migliorasse forse si potrebbe incassare molto meno, ma godere lo stesso della montagna. Rinunce economiche e svaghi alternativi potrebbero essere una soluzione, naturalmente con controlli molto rigidi". "Con il senno del poi, avremo chiuso la Sardegna o le discoteche", chiosa Giglioitti.
    "Sembra - prosegue - che o si scia o si chiude. Questo è assolutamente sbagliato. È il momento di far capire che la salute dell'uomo e dell'ambiente sono un binomio inscindibile; economia ed ecologia non sono opposte ma sinergiche". Con l'apertura degli impianti la dottoressa teme ripercussioni sui reparti di pronto soccorso, ma anche sulle sale operatorie, che in alcuni ospedali periferici sono però chiusi per l'emergenza Covid. "La conseguenza potrebbe essere un sovraccarico su Bolzano", mette in guardia. "E' il momento giusto per cambiare la fruizione del territorio. Teniamo presente che in montagna la stagione estiva, grazie a regole e restrizioni, è andata bene. A Natale per dieci giorni riusciremo a fare altro, poi di certo torneremo tutti a sciare in pista", conclude Gigliotti.
   

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