Se dovesse proseguire il
rallentamento della curva epidemica osservato da fine ottobre si
potrebbe raggiungere il picco all'inizio di dicembre, con circa
un milione di casi, dopodiché si assisterebbe ad un graduale
rallentamento: è quanto emerge dai calcoli eseguiti dal fisico
Roberto Battiston, dell'Università di Trento, tenendo conto
degli effetti delle misure introdotte con gli ultimi Dpcm.
"Usando i dati disponibili per calcolare il tasso di crescita -
ha detto Battiston all'ANSA -possiamo estrapolare l'andamento
del totale del numero degli infetti attivi nel corso delle
prossime settimane. Se l'attuale tendenza di riduzione del tasso
di crescita si mantiene, e il Dpcm degli inizi di novembre
dovrebbe contribuire in tal senso, si prevede che a livello
nazionale si raggiunga il picco agli inizi di dicembre per poi
iniziare a scendere. Il numero degli infetti attivi a quel punto
potrebbe raggiungere il milione, o forse meno se gli effetti
dell'ultimo Dpcm saranno più marcati o se si aggiungeranno
chiusure totali o parziali di altre regioni". In ogni caso, ha
rilevato, "la situazione deve essere continuamente monitorata
per un ottimale gestione delle risorse sanitarie del Paese". Per
Battiston "una crescita esponenziale come quella di ottobre non
si sarebbe potuta gestire a lungo" e le misure previste nei due
Dpcm di ottobre, fortunatamente, sembrano avere ottenuto
l'effetto di invertire l'andamento del tasso di crescita",
mentre gli effetti dell'ultimo Dpcm si vedranno a partire dal
14-15 novembre. Le stesse considerazioni si possono fare per le
singole regioni, ognuna delle quali mostra una dinamica diversa.
Nel frattempo il totale nazionale dei casi continua ad aumentare
al ritmo di 20-30.000 unità al giorno a causa di un andamento
inerziale dell'epidemia: "la crescita di un processo di contagio
- ha detto - assomiglia al lancio di un razzo, fino a che i
motori spingono il razzo accelera. Se si spengono i motori per
un po' il razzo continua a salire fino a fermarsi per poi
tornare indietro". Se la crescita dei casi fosse continuata allo
stesso ritmo attualmente i casi sarebbero già arrivati a 1,3
milioni, invece degli attuali 590.000.
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