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Da 'bisnonna' selvatica della vite i geni della resilienza

Da 'bisnonna' selvatica della vite i geni della resilienza

Pubblicato studio di Università Trento e Fondazione Mach

TRENTO, 03 luglio 2018, 11:26

Redazione ANSA

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La vite selvatica, antenata della vite europea coltivata in tutto il mondo, è una fonte preziosa per il miglioramento genetico nell'ambito di un'agricoltura più sostenibile. Possiede infatti delle peculiarità "innate" che, se recuperate attraverso il miglioramento genetico, potrebbero conferire maggiore resilienza alla vite domestica per quanto riguarda il cambiamento climatico, la resistenza al deficit idrico, le alte temperature e gli attacchi di patogeni.
    Lo dimostra uno studio coordinato dal Centro agricoltura alimenti ambiente, struttura congiunta Università di Trento - Fondazione Mach (C3A), in collaborazione con l'Università della California, pubblicato sulla rivista "Horticulture Research". Il team internazionale di studiosi ha voluto confrontare 48 vitigni di Vitis vinifera sativa - quella attualmente coltivata - con 44 individui di Vitis sylvestris, ovvero il progenitore selvatico, risequenziandone parzialmente i genomi e scoprendo ben 55.000 polimorfisimi di singolo nucleotide (Snp).
   

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