"Contro questo sistema non posso
vincere, ma non accetto il verdetto. Di questa vicenda sono la
vittima, non certo il colpevole". Così Alex Schwazer a
'Dribbling', il rotocalco sportivo di Rai2, in onda sabato alle
13.30. "Il processo penale - ha detto il marciatore,
squalificato per doping alla vigilia dei Giochi di Rio - va
avanti e voglio la verita'. Lo sport deve cambiare le regole,
che siano uguali per tutti. Il mio campione di urina deve essere
portato in Italia, sottoposto ad indagini accurate per capire
bene di cosa si tratta". "Siamo al centro di un complotto -
aggiunge l'avvocato Gerhard Brandstatter - Abbiamo tutte le
certezze ed i riscontri che non c'e' stato alcun caso di doping.
Questo e' un attacco portato soprattutto nei confronti del
professore Sandro Donati, simbolo dell'antidoping". E proprio
Donati aggiunge che "se il magistrato accertera' l'innocenza di
Alex, puntiamo a farlo tornare alle gare. E vi garantisco che
sara' difficile battere Schwazer in una sola gara da qui a Tokyo
2020".
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