Attentato incendiario la scorsa notte nei laboratori della facoltà di scienze dell'Università di Trento, in via Sommarive a Povo. Nel rogo sono stati danneggiati alcune apparecchiature. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Accertamenti sono stati avviati dalle forze dell'ordine per individuare i responsabili.
Sull'episodio interviene il governatore del Trentino Ugo Rossi. "Vandalismi e attacchi come questi - dice - sono sempre da condannare, ma questa volta lo sdegno è ancora più forte perché colpisce intimamente le legittime speranze di una comunità di poter dare un seppur piccolo contributo per migliorare il mondo attraverso la ricerca. Noi vogliamo dire fin da adesso a studenti e docenti che siamo e continueremo ad essere dalla parte di chi costruisce e non demolisce il futuro".
"Cryptolab ricerca per la guerra", questa la scritta con vernice nera lasciata dagli attentatori sul muro esterno del laboratorio. Nel mirino degli attentatori, probabilmente gravitanti nell'area anarchica, pare ci sia il progetto di collaborazione avviato dall'Università di Trento, attraverso la Fondazione Bruno Kessler, per sviluppare sistemi di difesa dei dati e delle informazioni.
"Ci siamo messi subito al lavoro per ripristinare la situazione, adesso il nostro obiettivo è quello di far riprendere le attività ordinarie", dice il rettore Paolo Collini. L'edificio che ospita i laboratori rimarrà chiuso almeno fino a tutta la giornata di lunedì 10 aprile. "Chi ha compiuto questo gesto - sottolinea Collini - non conosce altro linguaggio che la violenza e la sopraffazione. Condanniamo chi vuole imporre in questo modo il proprio punto di vista. Il linguaggio che invece parlano la scienza e l'università è quello del dialogo, del confronto tra i diversi punti di vista".
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