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Natale: arcivescovo Tisi, albero invita vigilare e custodire

Natale: arcivescovo Tisi, albero invita vigilare e custodire

TRENTO, 09 dicembre 2016, 17:25

Redazione ANSA

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"Santo Padre, Le dico grazie per questo nostro incontro, per averci accolto in questi giorni di Avvento, per il dono e la consegna dell'albero di Natale che viene dalla nostra terra trentina e che ora si erge in piazza San Pietro, accanto al presepe". Così l'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, stamani in Sala Nervi, rivolgendosi a papa Francesco.
    "Siamo lieti - ha proseguito l'arcivescovo - che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano abbia accolto ancora una volta l'omaggio di una comunità delle nostre valli. Conosciamo l'albero come simbolo straordinario di vita, antico e trasversale alle culture. Dal Giardino dell'Eden a quello del Golgota esso ospita l'Amore di Dio". "Il Bambino di Betlemme - ha aggiunto - ci rivela una nuova onnipotenza, figlia dell'abbassarsi, del farsi piccolo, del regalare spazio. La mangiatoia ci consegna con meraviglia un Dio nuovo, un Dio che si contrae perché l'uomo possa trovare spazio.
    Un Dio che senza imbarazzo entra nel mondo dalla porta di servizio, abita nel nascondimento la vita degli uomini, si fa compagno di chi è affaticato, di chi non ha più nome né dignità.
    E' questo Dio che sale sul legno della croce e lo trasforma in Albero della Vita. Questo Dio dona agli uomini la possibilità di percorrere la stessa strada, di diventare, nel silenzio del dono e del servizio, luce e calore per le donne e gli uomini del nostro tempo".
    "Con gioia - ha concluso - vogliamo assieme a Lei Santo Padre contemplare nel grande albero che le doniamo la bellezza del percorso di vita che Gesù di Nazareth ci offre. L'albero invita a vigilare e custodire - come Lei ha richiamato nell'Enciclica Laudato si' - quello stupendo dono che Dio ci ha fatto con tante bellezze naturali, patrimonio della nostra terra. A nome della Chiesa e della comunità trentina, le dico nuovamente: grazie".
    Nel pomeriggio poi all'accensione dell'albero, monsignor Tisi ha ricordato la provenienza dalla Valsugana, "terra che storicamente ha vissuto, più di altre, la dura realtà dell'emigrazione. Anche quest'albero è, in fondo, un testimone secolare di chi, non senza grande sofferenza, ha dovuto staccarsi dalle proprie radici per rintracciare terreno fertile altrove. Quest'ora della storia - ha sottolineato - ci ripropone, in forma drammatica, la provocazione dei migranti.
    L'albero, solido legame alla terra, ci aiuta dunque a pensare alle nostre sorelle e ai nostri fratelli, costretti a lasciare la loro terra. L'albero è visibile anche a distanza. La luce che esso porta, qui come ogni albero vestito a festa, ce lo fa così immaginare come un faro. Il segnale di una presenza, di un approdo sicuro".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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