"Durante l'incontro - cui non ha
partecipato il Ministro della salute - ho ascoltato le istanze
rappresentate dagli onorevoli Ottobre e Fraccaro e dai sindaci
di alcune comunità locali. Dopo aver ascoltato le loro
argomentazioni, ho rappresentato che la richiesta di deroga per
i punti nascita della Provincia Autonoma di Trento (Cavalese,
Cles, Arco e Tione) era già stata valutata, come previsto dalla
normativa vigente, dal Comitato percorso nascita nazionale,
organo tecnico che opera presso il Ministero della salute in
piena autonomia, sulla base dei dati forniti dalla Provincia di
Trento, come da indicazioni contenute nel Protocollo
metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in
attività punti nascita". Lo scrive in una nota di precisazione
diffusa dall'amministrazione provinciale trentina il capo della
segreteria tecnica della ministra, Nando Minnella, "in relazione
alle notizie apparse su alcuni organi di stampa della Provincia
di Trento, aventi ad oggetto la chiusura del punto nascita di
Arco e la riunione tenutasi il 9 novembre 2016 presso il
Ministero della salute", attraverso "alcuni chiarimenti e
precisazioni in ordine ai contenuti dell'incontro".
"Il medesimo Comitato, a seguito di approfondito esame e due
richieste di integrazione - spiega il capo della segreteria
tecnica - ha ritenuto i dati sufficienti ed esaustivi per
contestualizzare la situazione dei punti nascita oggetto di
richiesta di deroga e di accordare la deroga solo ai punti
nascita di Cavalese e Cles, determinando la conseguente chiusura
dei punti nascita di Arco e Tione".
"Nel corso della riunione - prosegue -gli onorevoli Ottobre e
Fraccaro hanno sostenuto l'esistenza di differenze sensibili tra
i dati forniti al Comitato percorso nascita dalla Provincia e
quelli in loro possesso, tali da poter inficiare la corretta
valutazione della richiesta di deroga da parte del Comitato. Al
riguardo, ho chiaramente ribadito come gli unici dati oggetto di
esame possano essere quelli forniti dalla Provincia, in quanto
unico soggetto legittimato a chiedere la deroga ai sensi del
succitato protocollo e che, in base a tutta la documentazione
presentata, non sussistano valide ragioni per mettere in
discussione la correttezza di tali dati o per ritenere che alle
partorienti e ai neonati, che avrebbero potuto usufruire del
punto nascita di Arco, non siano assicurati adeguanti standard
di sicurezza e tutela della salute".
"Ho anche ricordato loro - conclude - come la sicurezza dei
punti nascita della Provincia autonoma di Trento sia stata anche
di recente ribadita dal Ministro Lorenzin nella risposta
all'interrogazione parlamentare del 19 ottobre 2016, presentata
dal medesimo onorevole Ottobre".
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