"Con le ultime dichiarazioni del
governatore Rossi, tutto è finalmente chiaro: la chiusura del
punto nascita di Arco non è imposta da Roma, ma voluta dal Pd
trentino e dal Patt per risparmiare sulla pelle dei cittadini e
coprire la loro politica fallimentare". Ad affermarlo, in una
nota, è il deputato trentino Riccardo Fraccaro.
"Da mesi - sostiene - i cittadini dell'Alto Garda lottano
contro la chiusura del punto nascite, ieri siamo andati a Roma a
consegnare le 12.000 firme raccolte e a spiegare le ragioni
oggettive per far riaprire il presidio, gli stessi funzionari
del Ministero hanno riacceso le speranze suggerendo di chiedere
una nuova richiesta di deroga sulla base di dati completi. E il
governatore autonomista cosa fa? Rifiuta in partenza ogni
ipotesi di provare a riaprire il punto nascita. Ora le
intenzioni di Rossi e Zeni sono finalmente chiare e siamo certi
che i cittadini se ne ricorderanno alle prossime elezioni".
"C'è sempre una precisa volontà politica - conclude Fraccaro
- dietro alla chiusura di un servizio pubblico: il caso del
punto nascite di Arco ne è la dimostrazione. La nostra battaglia
non si ferma qui, ma si fa ancora più decisa: perché su diritti
fondamentali come quello alla salute non si scherza".
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