Basta con le microimprese, di cui
si può soltanto stimare il numero dei dipendenti, che hanno
contratti instabili. Basta anche con la mancata tracciabilità
del prodotto e la lavorazione di secondo livello, quella che dal
grezzo porta al prodotto finito, demandata altrove. Ci vogliono
certezza sul materiale estratto, che verrà pesato, maggiore
qualità, tutela della sicurezza sul lavoro e rapporti chiari tra
Comuni e Asuc. Sono i capisaldi del ddl per il settore del
porfido in Trentino, approvato stamani in via preliminare dalla
Giunta provinciale e spiegato in una conferenza stampa dal
vicepresidente e assessore Alessandro Olivi, al palazzo della
Regione, in una pausa del Consiglio provinciale.
"Con questo disegno di legge - ha sottolineato Olivi -
vogliamo dare un futuro a un bacino economico e sociale che ha
urgente necessità di cambiare. Vogliamo salvaguardare le
migliori competenze e garantire la qualità del prodotto e del
lavoro".
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