"Ci mette grande tristezza sapere
che una ragazza protagonista, come noi, delle forti emozioni
della Giornata mondiale della gioventù non abbia potuto
raccontarle ai propri cari, come stanno facendo ora i seicento
giovani trentini che, peraltro, con lei, non hanno avuto alcun
contatto diretto". Don Rolando Covi, responsabile della comitiva
della Diocesi di Trento a Cracovia, esprime così in una nota
l'amarezza per il dramma della giovane romana contagiata da
meningite e deceduta nel viaggio di rientro dalla Polonia.
"Appena appresa la notizia, sui pullman abbiamo pregato per
lei" spiega. Il direttore dell'Ufficio di pastorale giovanile ci
tiene però a tranquillizzare chi ha partecipato alla Gmg e i
loro familiari: "Come ha comunicato l'Azienda sanitaria, che
ringrazio per la professionalità e il buon senso dimostrato in
questa circostanza, la profilassi è raccomandata per tutti
coloro che hanno avuto contatti stretti con la persona deceduta.
Ma, a quanto ci risulta, nessuno dei trentini - sottolinea - ha
viaggiato nello stesso pullman, dormito negli stessi locali o
pranzato allo stesso tavolo della ragazza scomparsa".
Oltre a rilanciare le indicazioni diramate dall'autorità
sanitaria, don Rolando ci tiene a ribadire l'intensità
dell'esperienza umana e di fede vissuta in Polonia e l'invito a
tradurre ora gli stimoli emersi dalla Gmg, e in particolare le
parole di Papa Francesco: "L'ho detto poco prima di riprendere
la strada di casa: la quotidianità non avrà il sapore della
festa, l'entusiasmo e i colori di queste giornate, ma è il luogo
dove ciascuno di noi è chiamato a confrontarsi. La sfida è
riscoprire la presenza di Dio ogni giorno e la possibilità che
il Signore dà a tutti, e a questi ragazzi per primi, di cambiare
in meglio il nostro mondo. Il sogno continua".
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