In Toscana si conferma il trend di
diminuzione dei casi di Hiv, ma aumentano le diagnosi tardive
dovuta alla bassa percezione del rischio da parte dei pazienti.
E' quanto emerge dai dati diffusi dall'Agenzia regionale di
sanità (Ars) in occasione della giornata internazionale
sull'Aids.
Nel dettaglio, nella regione i casi di infezione da Hiv sono
passati dai 344 registrati nel 2016 ai 157 del 2019. Stabili
negli ultimi anni i casi di Aids. La Toscana, con un'incidenza
di 1,3 per 100.000 residenti, si mantiene tra le regioni con
incidenza più alta (Italia: 0,9 per 100.000).
Se da un lato, spiegano gli esperti dell'Ars, si assiste a una
diminuzione di casi di Hiv, dall'altro si sta osservando "un
graduale aumento dei casi tra gli omosessuali maschi". Nel
biennio 2017-2019 la proporzione di casi attribuibili a
trasmissione tra uomini è salita al 54,4%, a fronte del 48,5%
del 2009-2010.
Secondo l'assessore regionale alla sanità Simone Bezzini,
"anche se i dati forniti da Ars sono complessivamente
incoraggianti non possiamo abbassare la guardia". "Ancora oggi -
sottolinea - c'è chi scopre tardi la propria sieropositività,
perché non percepisce il rischio cui va incontro". Secondo il
coordinatore Ars Fabio Voller, "una quota sempre maggiore di
pazienti si presenta tardi alla prima diagnosi di
sieropositività, cioè in una fase già avanzata di malattia con
un quadro immunologico compromesso e spesso già in Aids. Questo
comportamento è collegato con la bassa o moderata percezione del
rischio di Hiv nella popolazione che effettua il test solo
quando vi è il sospetto di una patologia Hiv correlata o una
sospetta malattia trasmissibile sessualmente o un quadro clinico
di infezione acuta". "Solo il 30% - sottolinea ancora Voller -
lo effettua spontaneamente per percezione di rischio. I pazienti
che si presentano tardi alla diagnosi sono più frequentemente
eterosessuali maschi, stranieri e di età più avanzata".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA