Diffondere l'immagine
dell'Italia all'estero attraverso l'insegnamento e la promozione
dell'italiano, usando la lingua come patrimonio di politica
estera e puntando a una società multilingue aperta alla
diversità. Questi i temi al centro della riunione di sistema
sulla lingua italiana organizzata a Bruxelles dall'ambasciatrice
d'Italia in Belgio, Elena Basile, in collaborazione con
l'Istituto Italiano di Cultura, che ha messo a confronto le
realtà che si occupano quotidianamente della diffusione
dell'italiano a più livelli. Tra gli oltre cento partecipanti,
anche dirigenti della Commissione europea, Pietro Cataldi,
rettore dell'università per stranieri di Siena, Alessandro Masi,
segretario generale della società Dante Alighieri, e Massimo
Arcangeli, linguista dell'università di Cagliari. "La diffusione
della lingua e della cultura italiana è considerata una
componente essenziale della nostra politica estera, rappresenta
un esercizio di 'soft power' utile ad una proiezione del nostro
Paese in grado di assicurare ritorni anche economici, politici e
di immagine", ha spiegato Basile, che considera "la difesa della
lingua e della cultura italiana" parte "della protezione delle
diverse eredità culturali" e utile a contribuire al
plurilinguismo, "chiave della tolleranza nella società
multiculturale odierna". Il rettore del'università per stranieri
di Pisa, Pietro Cataldi, ha quindi ricordato quanto la lingua
italiana sia di grande interesse per studenti provenienti da
tutto il mondo. "C'è un'enorme richiesta che non sappiamo
ascoltare per intero", ha detto, evidenziando come l'italiano
non sia percepito "come lingua d'omologazione, ma neanche come
lingua di nicchia".
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