Il governatore della Toscana
Enrico Rossi è intervenuto oggi alla plenaria del Comitato
europeo delle Regioni, a favore della salvaguardia dell'area di
libera circolazione Schengen, rappresentando al presidente del
consiglio europeo Donald Tusk il sostegno della sua Regione.
"La Toscana, con i suoi 400 km di costa, rappresenta una
regione di frontiera esterna dell'Europa, ossia una frontiera
Schengen. E rappresenta una Regione dove un modello di
integrazione e di accoglienza degli immigrati ha funzionato
bene", ha spiegato Rossi, che ha espresso le sue preoccupazioni
per la minaccia che sta di fronte all'area Schengen.
"Il Trattato di Schengen che, con l'Euro e l'Erasmus,
rappresentano i risultati tangibili degli ultimi 70 anni di pace
del nostro continente oggi è messo in discussione", evidenzia il
governatore toscano ricordando la discussione in corso sulla
possibilità di reintrodurre i controlli alle frontiere interne
per uno o più Paesi, fino ad un massimo di due anni, se la
Grecia dovesse fallire nel risanare le carenze nella sua
gestione delle frontiere esterne.
"Questa reintroduzione dei controlli interni, se confermata
dal Consiglio europeo, apporterebbe delle ripercussioni negative
al funzionamento del mercato unico, creando contraccolpi di
ampie dimensioni alle economie regionali; proprio in un
momento in cui molte di esse stanno emergendo da una lunga
recessione".
Chiede Rossi: "Il Consiglio europeo che si riunirà la
settimana prossima e poi nuovamente a marzo, non potrebbe forse
domandare alla Commissione di effettuare una attenta analisi su
questo tema?". In particolare il presidente della Regione
Toscana cita i dati del think tank France Strategie, secondo il
quale "in dieci anni i Paesi europei potrebbero perdere ben 110
miliardi di euro, ossia lo 0,8% del Pil di tutta l'area
Schengen".
E richiamandosi al grande lavoro di Alcide De Gasperi e
Altiero Spinelli, Rossi conclude: "Non sarebbe forse meno caro,
lasciare da parte gli egoismi nazionali" e trovare soluzioni
comuni.
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