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'Presidenti', calcio e leggi razziali

'Presidenti', calcio e leggi razziali

Adam Smulevich riscopre i 'dimenticati' di Casale, Napoli e Roma

FIRENZE, 19 settembre 2017, 13:50

Redazione ANSA

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Raffaele Jaffe, l'uomo che regalò a Casale un incredibile scudetto alla vigilia della Grande Guerra. Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una stagione segnata da tante felici intuizioni. Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Tre protagonisti del nostro calcio, oggi quasi del tutto dimenticati, che ora 'rivivono' nel libro "Presidenti" (Giuntina, 144 pagine, 12 euro) del giornalista Adam Smulevich. Le loro sono storie "scomode" e fu il fascismo, e più precisamente le Leggi Razziali, a renderli degli indesiderati. Ascarelli era già morto da tempo quando le Leggi entrarono in vigore. Ma ciò non gli evitò una feroce ritorsione postuma.
    Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo, furono messi ai margini della società. Il preludio a quello che sarebbe successo di lì a poco. Il 'fascistissimo' Sacerdoti, in clandestinità, riuscì a scamparla. Jaffe invece, arrestato da militi in camicia nera, terminò la sua vita ad Auschwitz.
   

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