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di Stefano Intreccialagli
L'annunciata ritorsione di Teheran contro Israele per l'attacco al consolato iraniano a Damasco ha trovato pronto il sistema di difesa antiaerea Iron Dome. Ma prima ancora le centinaia di droni e missili lanciati dalla Repubblica islamica contro lo Stato ebraico sono stati intercettati dai jet americani, britannici e francesi che sono decollati per difendere il Paese. Anche la Giordania ha fatto sapere di aver abbattuto 'oggetti volanti' entrati nel suo spazio aereo, ma Amman ha giustificato l'intervento con la sicurezza dei propri cittadini.
Il primo scudo è stato levato proprio dagli alleati occidentali: la radio militare israeliana ha fatto sapere che oltre 100 droni sono stati intercettati fuori dal territorio dello Stato ebraico. In particolare, fonti del Pentagono hanno riferito alla Cnn che gli Stati Uniti hanno intercettato più di 70 droni e almeno tre missili balistici. Almeno quattro caccia americani e due francesi sono decollati nella notte verso lo spazio aereo iracheno: gli F18 statunitensi - hanno riferito fonti d'intelligence della Nato - sono decollati dalla portaerei Eisenhower, che si trova nella parte nord del Mar Rosso.
Contemporaneamente, i caccia francesi si sono attivati a difesa di Israele. "La Francia ha un'ottima tecnologia, jet, radar", ha confermato il portavoce militare israeliano, aggiungendo tuttavia di non avere dettagli sugli obiettivi abbattuti dai velivoli di Parigi. Agli americani e francesi si sono uniti anche i jet della Raf: nella notte gli aerei da combattimento del Regno Unito sono decollati da Cipro, ha spiegato nel dettaglio il Telegraph, secondo cui le forze Gb hanno abbattuto droni vicino al confine tra Siria e Iraq. Non ci sono dettagli sui numeri: il premier Rishi Sunak si è limitato a confermare che i caccia hanno intercettato "diversi" droni iraniani. Mentre l'aeronautica di Amman ha intercettato e abbattuto dozzine di droni che hanno violato il suo spazio aereo.
Per quanto efficaci, gli interventi degli alleati non hanno impedito a decine di missili e droni di Teheran di raggiungere lo spazio aereo israeliano, dove a protezione di Israele è intervenuto il fedele scudo di difesa aerea multilivello, compreso l'ormai famoso Iron Dome, che da quando è entrato in funzione nel 2011 ha intercettato migliaia di razzi. Inizialmente Israele - grazie alla società di difesa Elbit - ha sviluppato la 'cupola' da solo, dopo la guerra del Libano del 2006. In seguito si sono uniti gli Usa che hanno fornito know-how e miliardi di sostegno finanziario.
Parte del sistema di difesa missilistico multilivello israeliano è progettato per intercettare razzi a corto raggio a una distanza massima di 70 chilometri. Ogni batteria Iron Dome è composta da tre sezioni principali: un sistema di rilevamento radar, un computer per calcolare la traiettoria del razzo in arrivo e un lanciatore che spara se si ritiene che il razzo possa colpire un'area edificata o strategica. Si affianca ad altri sistemi di difesa missilistica come Arrow, per contrastare i missili balistici a lungo raggio, e David's Sling, per attacchi missilistici a medio raggio.
Secondo il Center for Strategic and International Studies di Washington, la produzione di ciascun intercettore Iron Dome costa tra i 40.000 e i 50.000 dollari. La società di difesa israeliana Rafael, che ha contribuito a progettarlo, comunica un tasso di intercettazione di circa il 90%. Il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari, ha affermato che il 99% dei circa 300 proiettili lanciati nella notte dall'Iran è stato intercettato dalle difese aeree.
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