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Quarta tappa: Formolo eroe non per caso, non mi pongo limiti

Quarta tappa: Formolo eroe non per caso, non mi pongo limiti

'Vivrò alla giornata, vediamo dove arrivo". Cassani:"E'il futuro"

12 maggio 2015, 22:36

Redazione ANSA

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98th Giro d 'Italia: 4th stage; Chiavari-La Spezia - RIPRODUZIONE RISERVATA

98th Giro d 'Italia: 4th stage; Chiavari-La Spezia - RIPRODUZIONE RISERVATA
98th Giro d 'Italia: 4th stage; Chiavari-La Spezia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una vittoria annunciata, ma non per questo meno attesa. Probabilmente sul viale Italia, a La Spezia, in un pomeriggio afoso, è nata una nuova stella del firmamento ciclistico. Davide Formolo, 22 anni, veronese di San Rocco di Marano di Valpolicella, ha rotto gli indugi e infranto un tabù, presentandosi a braccia alzate sotto il traguardo. Un urlo liberatorio, il suo, che gli ha permesso di sprigionare tutta la grinta che aveva in corpo e che aveva accumulato in questo pochi anni di vita da prof. A questo punto sarà difficile stabilire dove può arrivare questo ragazzo non più grezzo, ma che da bambino già chiamavano 'roccia'. Cominciò a pedalare per sua stessa ammissione "a sei anni", sotto gli occhi di papà Livio e di zio Sante, due cicloamatori, sulla bici di mountain bike del fratello Jonathan. Da allora non ha quasi più messo i piedi a terra. Lui stesso non si pone limiti. "Vivrò alla giornata", dice. "Ho 22 anni, questo è il primo Giro d'Italia della mia carriera, i miei limiti li scopriremo strada facendo. Vediamo come reagisce il fisico in una corsa di tre settimane: volevo andare con calma e preservarmi, ma oggi si doveva spendere e ho speso bene", le parole di Formolo. "A chi somiglio? Sono uno scalatore e amo le salite, noi scalatori siamo tutti uguali - fa notare -. Ogni giorno cerco di superare un mio limite, sono felice di fare questo lavoro. Quest'anno ho 30 giorni di gare nelle gambe". Fra i grandi, forse il più grande, Fausto Coppi, a 20 anni, 8 mesi e 25 giorni, ha vinto al Giro. Ma non solo lui. "Io mi alleno tutti i giorni, cerco di dare il massimo e, ripeto, non so dove potrò arrivare - le parole di Formolo -: vedremo cosa accadrà". Confessa che da bambino gli piaceva Ivan Basso, che oggi ritrova al Giro da avversario, nei panni di 'corazziere' del favorito Contador. "Ivan mi ha sempre dato l'idea di uno che, come me, ci mette l'anima in questo sport - confessa -. Non ho mai letto tanti libri in vita mia, ma quello suo l'ho 'divorato' in tre giorni. Mi rivedevo molto nel suo libro, soprattutto quando parlava delle categorie minori. Adesso chi mi piace? Tutti quelli che vincono". Formolo ha ammesso di non seguire molto il calcio, "però tifo per il Verona, tuttavia sono contento anche per la salvezza del Chievo". E di non potersi permettere di bere tanta birra, "altrimenti mi viene la pancia". Per lui ha grandi progetti il ct azzurro Davide Cassani. "Speravo facesse un paio di tappe belle, ne ha fatta una straordinaria... E' il nostro futuro, non solo in Nazionale", confessa. "Formolo è un corridore forte in salita, si difende bene a cronometro, ma soprattutto è forte con la testa. Lo stesso Nibali, a quell'età, ha fatto vedere grandi cosa, come del resto Aru". Felice anche Simon Clarke, terzo australiano a indossare la maglia rosa in quattro giorni di Giro. "Abbiamo ricevuto le indicazioni giuste dall'ammiraglia e siamo andati a tutta - racconta -. Anche noi della Orica abbiamo un uomo di classifica, è Chaves.

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