Gianni Boncompagni ha cominciato a
cambiare il pubblico italiano negli anni '60 quando, insieme al
suo compagno di banco del corso di maestro programmatore della
Rai Renzo Arbore, ha fatto scoprire all'Italia del boom
economico la musica che stava cambiando il mondo e l'esistenza
di una nuova categoria sociologica, i giovani. Il programma si
chiamava "Bandiera Gialla", la ricetta proposta Beatles, Rolling
Stones, Who, Kinks, il blues, rock'n'roll, il Beat italiano e
uno stile di conduzione nuovo, ironico, in linea con il
linguaggio delle nuove generazioni e ispirato alla più
intelligente goliardia. Nel 1970, sempre insieme ad Arbore, ha
inventato il format che ancora oggi ispira il varietà
radiofonico. "Alto Gradimento", un mix di musica e comicità
realizzato con una banda di complici formata da Mario Marenco, i
fratelli Giorgio e Franco Bracardi e Maurizio Casco che davano
vita a personaggi entrati nella storia del costume come
Scarpantibus, il professor Aristogitone, il federale Catenacci,
Max Vinella, l'astronauta dimenticato nello spazio Raimundo
Navarro, il colonnello Buttiglione. Un successo clamoroso che
andava in onda alle 12.30 e veniva perfino ascoltato
clandestinamente durante le lezioni scolastiche. Boncompagni,
che era un uomo di grande cultura e ironia ma che aveva anche un
atteggiamento di un lucido cinismo nei confronti del pubblico,
in televisione è sbarcato nel 1977 con "Discoring", un programma
dedicato alle hit musicali della classifica. E' però con "Pronto
Raffaella?", negli anni '80 che comincia la sua seconda carriera
di autore ultra pop: anche questo è un successo clamoroso,
grazie a questo programma il mezzogiorno diventa uno spazio
privilegiato del palinsesto televisivo. Un'idea talmente forte
che il successo prosegue anche quando la Carrà abbandona la
conduzione e viene sostituita da Enrica Bonaccorti mentre il
titolo diventa "Pronto chi gioca?". Sul finire degli anni '80
firma alcune edizioni di "Domenica In", alla quale, partendo
dalla convinzione che le super star della musica internazionale
fossero troppo costose ma poco attraenti per il pubblico,
rilancia vecchie glorie della canzone italiana, creando un trend
nell'intrattenimento tv. Nel 1991 passa a Mediaset e inventa un
altro clamoroso fenomeno di costume: "Non è la Rai", un
quotidiano in onda in diretta, da uno studio fornito di piscina,
che è stato condotto anche da Enrica Bonaccorti e Paolo Bonolis
ma che è ricordato soprattutto per le adolescenti che lo
affollavano, un'idea già sperimentata in parte a "Domenica In",
dove però avevano un ruolo da coro. Qui invece diventano
protagoniste, dando vita a vere e proprie forme di divismo da
teen ager e alimentando un culto e al tempo stesso polemiche
feroci. La "diva" del programma era Ambra Angiolini, ma del cast
hanno fatto parte, tra le altre, Claudia Gerini, Sabrina
Impacciatore, Lucia Ocone, Antonella Elia, Laura Freddi, Alessia
Merz, Yvonne Sciò. Nel frattempo aveva realizzato anche alcuni
spin off di "Non è la Rai" compreso "Primadonna", uno
spericolato quanto sfortunato tentativo di affidare la
conduzione a Eva Robin's. Tornato in Rai ha firmato due edizioni
di "Macao", un mix di comicità e intrattenimento dalle alterne
fortune e, in collaborazione con Piero Chiambretti, "Chiambretti
c'è". Una delle sue ultime "imprese" televisive è "Bombay"
andato in onda su La7. Gianni Boncompagni, che negli ultimi anni
ha tenuto una rubrica su "Il Fatto", ha firmato anche alcuni
grandi successi musicali: "Il mondo" di Jimmy Fontana, "Ragazzo
triste" di Patty Pravo, le hit di Raffaella Carrà come "Tuca
Tuca", "Tanti auguri a te", "A far l'amore comincia tu". Ha
avuto una carriera molto lunga e una vita fortunata, come hanno
scritto le figlie per ricordarlo e annunciare la sua scomparsa:
è stato un innovatore, un cultore dell'ironia e della
provocazione, il padre, insieme ad Arbore, di un nuovo modo di
fare intrattenimento attraverso la musica e la comicità, e poi
ha stabilito i canoni della tv più pop che flirta con il trash.
Ma la musica che oggi domina le classifiche proprio non gli
piaceva.
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