(di Francesco Gallo) (ANSA) ROMA 5 DIC - L'idea era quella di
mettere in scena un originale Natale multietnico in questa
Italia a natalità zero. E così in 'Non c'è più religione' di
Luca Miniero, in sala con 01 dal 7 dicembre con 600 copie, entra
in scena un presepe vivente difficile da realizzare. Siamo a
Porto Buio, una piccola isola del Mediterraneo, dove il dinamico
sindaco Cecco (Claudio Bisio) ha un problema non da poco; non
c'è il bambino che deve fare Gesù. Ormai è troppo grande e pieno
di pedicelli e barba. E così, a Porto Buio, dove la tradizione
del presepe resta l'unica ''resistenza per non scomparire'', si
cerca un bambino in prestito dalla più numerosa e prolifica
comunità tunisina che vive nell'isola. Ad aiutare Cecco in
questa impresa due amici di vecchia data: Bilal (Alessandro
Gassman), al secolo Marietto, italiano convertito all'Islam e
guida dei tunisini, e Suor Marta (Angela Finocchiaro), che non
ne vuole sapere di "profanare" la culla di Gesù. Che succede nel
film? Tante cose. Nel presepe arriva un lama al posto del bue,
c'è poi una Chiesa divisa in due, tra rito musulmano e messa
tradizionale, e, ancora, di scena una madonna buddista per un
presepe 2.0. "L'idea del film nasce solo dall'attualità - dice
Luca Miniero regista dei successi Benvenuti al Sud e Benvenuti
al Nord-. Volevamo mostrare, con irriverenza comica, il casino e
la confusione che c'è nel conflitto tra religiosità". E ancora
il regista sulla presenza nel film di Roberto Herlitzka nel
ruolo di un imbarazzato vescovo che controlla la 'correttezza'
di questo inedito presepe multiculturale: "la sua è una figura
ispirata alla cronaca e che rappresenta la Chiesa tra modernità
e tradizione. Un vescovo che mostra di non capire i nuovi
dettami della Chiesa di Roma diventata più moderna di quanto
possa immaginare. È chiaro che, in questo caso, si sente la
presenza di Papa Francesco che sta cambiando, di giorno in
giorno, le cose". "Vedendo il film mi ha ricordato Benvenuti al
Sud - spiega invece Bisio - . Anche qui si gioca sui luoghi
comuni, ma questa volta tra cristiani e musulmani, un tema
forte". Non è vero che la gente non ride di certe cose, dice
ancora l'attore:" il giubbotto antiproiettile che portavo in
Benvenuti al Sud, immaginavo facesse arrabbiare il pubblico
meridionale, ma invece in sala la gente rideva. E sarà così,
spero, quando in Non c'è più religione la ragazzina musulmana
getta il suo zainetto e tutti scappano pensando a una bomba".
Per Alessandro Gassmann: "il soggetto è bello e importante. Far
ridere in modo intelligente sull'integrazione è una cosa che va
fatta. È un film utile in questo momento".
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