Il Sudafrica ha dato l'ultimo saluto
all'arcivescovo Desmond Tutu, uno dei leader della lotta che
mise fine all'apartheid, nonché campione dei diritti umani e
dell'ambiente a livello globale. La cerimonia funebre per Tutu,
premio Nobel per la pace morto domenica scorsa a 90 anni, si è
svolta in forma solenne, riservata ai capi di stato, nella
cattedrale anglicana di San Giorgio a Città del capo, dove erano
presenti un centinaio di persone, il massimo consentito dalle
norme anti-Covid. Nel suo elogio funebre davanti alla bara di
Tutu, una cassa in legno chiaro senza orpelli (aveva chiesto "la
cassa più economica disponibile" nelle sue ultime volontà), il
presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha definito l'arcivescovo
"padre spirituale della nostra nuova nazione". "Era un crociato
nella lotta per la libertà, per la giustizia, l'eguaglianza e la
pace - ha affermato il presidente - Non solo in Sudafrica, ma in
tutto il mondo". Il defunto premio Nobel - hanno fatto sapere
l'Archbishop Tutu IP Trust e la Desmond and Leah Tutu Legacy
Foundation - aveva anche richiesto che i soli fiori accanto alla
bara fossero "un mazzo di garofani portato dalla sua famiglia".
"Se vogliamo capire come un'icona globale possa essere qualcuno
di grande statura morale, di eccezionali qualità, al servizio
dell'umanità, non c'è dubbio: dobbiamo pensare all'uomo cui
diamo sepoltura oggi", ha proseguito Ramaphosa. La figlia di
Tutu, Mpho, ha ringraziato i presenti e tutti coloro che
seguivano in tv la cerimonia "per aver amato nostro padre. Lo
abbiamo condiviso con il mondo, condividiamo anche l'amore che
avevate per lui. Così vi voglio dire grazie". Tra i presenti
c'erano anche l'ex presidente irlandese Mary Robinson e Graca
Machel, vedova di Nelson Mandela, che con Tutu guidò la
battaglia contro l'apartheid fino alla sua sconfitta, nel 1991.
Entrambe hanno letto preghiere. Non c'era invece il grande amico
di Tutu, il leader spirituale tibetano Dalai Lama, che non è
riuscito a raggiungere Città del capo a causa delle restrizioni
ai viaggi imposte dal Covid e a problemi di salute legati
all'età avanzata. E per rispettare anche l'impegno di Tutu per
la causa ambientale, la salma dell'arcivescovo verrà liquefatta,
ovvero sottoposta ad un procedimento chimico ritenuto
un'alternativa ecologica alla cremazione, in quanto non produce
emissioni e usa meno energia: lo riporta la Bbc. Era "ciò a cui
aspirava come eco-guerriero", ha detto il reverendo Michael
Weeder, decano della cattedrale di San Giorgio. Secondo la
tecnica della cosiddetta 'acquamazione' o 'cremazione
acquatica', il corpo viene 'sciolto' in una soluzione di
idrossido di potassio ad una temperatura di 93 gradi centigradi
con un processo chiamato idrolisi alcalina che dura 3-4 ore. Al
termine rimangono le ossa, che vengono ridotte in polvere, poi
messea in un'urna, ed il liquido risultante dallo scioglimento
dei tessuti viene smaltito senza alcun particolare accorgimento.
L'urna con le polveri ossee di Tutu verrà inumata dietro al
pulpito della cattedrale, dove lui ha servito come arcivescovo
per 35 anni. Quando Nelson Mandela divenne il primo presidente
nero del Sudafrica nel 1994, Tutu fu nominato capo della
Commissione per la verità e la Riconciliazione, che indagò sui
crimini compiuti dai bianchi, ma anche dai neri, durante il
periodo dell'apartheid. Fu lui a coniare la definizione di
'Nazione arcobaleno' per definire la natura etnicamente mista
del Sudafrica post-segregazione, anche se anni dopo si rammaricò
che quella mescolanza non si realizzò nel modo che lui avrebbe
auspicato.
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