CITTA' DEL VATICANO, 12 NOV - "La miseria non può aspettare". Il
Papa ha voluto ripetere questa convinzione di don Luigi
Guanella, ricevendo nell'aula Paolo VI circa cinquemila persone
della Famiglia guanelliana. L'Opera di don Guanella festeggia
oggi la propria patrona, la "Madre della Divina provvidenza", e
quest'anno cade anche il primo centenario della morte del
fondatore. Ai cinquemila della Famiglia Guanelliana, papa
Bergoglio ha proposto una riflessione articolata in tre verbi:
"fidarsi, guardare e affrettarsi". La affermazione sulla miseria
che non può attendere è collegata al terzo verbo, affrettarsi.
Circa "fidarsi", invece, papa Francesco ha commentato che "dio
ha cura di noi e vuole che ci fidiamo di lui", ma a volte c'è la
tentazione dei cristiani a non fidarsi, a "credere forse a un
Dio lontano, più che a un padre misericordioso, e in tanti può
sorgere anche il dubbio che Dio, pur essendo Padre, sia anche
padrone". Circa "guardare", papa Francesco ha messo in guardia
sia dallo sguardo miope che da quello presbite nella vita
spirituale: il primo è incapace di "guardare al di là del nostro
io", il secondo è "quando ci piace aiutare chi è lontano, ma non
siamo capaci di chinarci verso chi vive accanto a noi".
"Talvolta - ha detto ancora - preferiamo chiudere gli occhi,
perché siamo stanchi, sopraffatti dal pessimismo".
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