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L'antico e la modernità, la visione di de Pisis

L'antico e la modernità, la visione di de Pisis

A Roma dipinti e disegni tra le meraviglie di Palazzo Altemps

ROMA, 21 giugno 2020, 12:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps dopo cento giorni di blocco imposti dal coronavirus ha riaperto le porte al pubblico con Filippo de Pisis, tra i grandi protagonisti della pittura italiana tra le due guerre, in una mostra che unisce a ventisei dipinti una selezione suggestiva di disegni di nudi e volti maschili. Fino al 20 settembre la tappa romana completa il percorso realizzato al Museo del Novecento di Milano, dove nei mesi scorsi è stata presentata un'ampia retrospettiva sul maestro ferrarese. L'esposizione, curata da Pier Giovanni Castagnoli con Alessandra Capodiferro, responsabile del museo romano, descrive la vicenda artistica di un grande pittore che fu anche un formidabile disegnatore.
    ''Il disegno per lui - spiega Castagnoli - era un terreno a sé su cui si esercitò, un codice che in un cammino parallelo si interseca con la pittura, completandola e dandole un valore che da sola non esprimerebbe''.
    Di Luigi Filippo Tibertelli de Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956), artista ma anche poeta e scrittore ''notevolissimo e fecondo'', le opere affiancate nelle belle sale di Palazzo Altemps ai marmi e alle sculture meravigliose dell'antichità raccontano la passione per le tracce gloriose del passato. La tela che apre il percorso espositivo è intitolata appunto ''L'archeologo'', del 1928. A Ferrara nel 1916 conobbe i fratelli Giorgio de Chirico e Alberto Savinio e scoprì lo sguardo metafisico sulla realtà.
    Cento anni dopo i suoi lavori - i disegni su carta e gli acquerelli con nudi e volti di giovani realizzati nell'intero arco degli anni Trenta e gli oli in cui i frammenti scultorei si stagliano in un paesaggio reale o metafisico - si confrontano con le statue di dei, eroi, e i ritratti di imperatori della classicità greca e romana.
   

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