Gli italiani che riscoprono la
'fratellanza dai balconi' si ritrovano al contempo incollati
alla tv. Anzi, lasciano il focolare del piccolo schermo acceso
anche mentre lavorano in smart working, organizzano video-call
con colleghi e amici, preparano la cena o fanno i compiti con i
più piccoli: sempre pronti ad alzare il volume per cogliere gli
aggiornamenti sull'emergenza coronavirus. Nell'ultima settimana,
dall'8 al 15 marzo, scandita dai due decreti Conte che hanno
radicalmente cambiato le nostre abitudini, in ciascun minuto di
ciascun giorno si sono sintonizzate davanti a un televisore 14,1
milioni di persone, un numero impressionante, e il pubblico è
ringiovanito in media di ben tre anni.
A raccontare la tv ai tempi del coronavirus è l'Osservatorio
dello Studio Frasi. Il 'picco', naturalmente, spetta al premier:
le 21.50 dell'11 marzo, mentre Conte si apprestava a blindare
l'Italia, sono il minuto più visto dal 2014, con 32,7 milioni di
persone davanti alle diverse emittenti che hanno trasmesso in
diretta l'intervento del premier (72% di share).
L'#iorestoacasa fa crescere gli ascolti giorno dopo giorno: se
il 21 febbraio erano di 10 milioni, ieri sono state in media
15,5 milioni le persone con un televisore acceso in casa, per un
tempo record di 381 minuti. "Il tempo del televisore acceso - fa
notare Francesco Siliato, partner dello Studio Frasi e direttore
dell'Osservatorio, all'ANSA - non corrisponde oggi a quello del
divano: il televisore acceso è lì a scandire il fruire di
attività diverse, di navigazioni Internet, di telefonate, di
pranzi e cene, con una parte della mente attenta comunque a
quanto avviene in onda, pronta a cogliere le notizie più
rilevanti anche in mezzo alle chiacchiere che scorrono in casa e
sullo schermo".
A scuole chiuse il pubblico televisivo ringiovanisce. La
media 'all inclusive' - cioè reti generaliste, tematiche, pay,
free e locali - è oggi di 53 anni e scende di ben 3 anni.
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