La furia del presidente Xi
Jinping, prima di tutto segretario generale del Partito
comunista cinese, si è abbattuta sui vertici del Partito della
provincia dell'Hubei e del suo capoluogo Wuhan, focolaio del
coronavirus COVID-19, per sanzionare inefficienze, omissioni e
ritardi di fronte all'epidemia: nel mirino sono finiti i
funzionari di più alto livello politico finora colpiti, a pochi
giorni dalla decimazione delle autorità sanitarie e della Croce
Rossa locali.
I media ufficiali hanno riferito, in successione, la rimozione
di Jiang Chaoliang da segretario del Partito comunista dell'
Hubei, sostituito dal sindaco di Shanghai, Ying Yong,
fedelissimo del presidente. Subito dopo, Wang Zhonglin è stato
ufficializzato alla guida del partito di Wuhan, al posto di Ma
Guoqiang che a fine gennaio in un'intervista alla tv statale
Cctv ammise i ritardi nella scoperta del coronavirus.
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